Selfception insegna ai robot a riconoscere il proprio corpo

Migliorare l’interazione dei robot con il mondo reale. È l’obiettivo del progetto Selfception che Pablo Lanillos, ricercatore presso il Chair of cognitive systems (Ics) del Dipartimento di elettronica e ingegneria informatica della Technische Universität di Monaco di Baviera (Germania), porterà avanti nei prossimi due anni.

Finanziato dall’Unione europea, il progetto si inserisce nel solco della linea di ricerca sull’intelligenza artificiale, ma con un approccio finalizzato a dare alle macchine la capacità di riconoscere se stesse, quindi di distinguere tra i loro corpi e gli altri elementi presenti in un ambiente e di imparare a interagire con essi in maniera complessa.

Un approccio ispirato alle teorie dalla psicologia cognitiva, che si basano sul presupposto che lo sviluppo delle capacità cognitive richieda in primo luogo l’apprendimento corporeo. Una capacità che negli umani si forma nel tempo, a partire già dall’utero materno, quando il feto genera una serie di movimenti che gli permettono di apprendere una prima mappa del suo ambiente, dove ogni azione si raccorda con una risposta sensoriale.

Ogni movimento produce una conseguenza

In pratica, si tratta di rendere i robot umanoidi consapevoli del proprio corpo e in grado di percepire attraverso questo gli altri agenti: un’abilità fondamentale ancora non raggiunta dalle macchine. La capacità di distinguere tra sé e gli altri, infatti, sarebbe la base che consentirebbe di migliorare la loro interazione con il mondo, ma anche quell’abilità in grado di connettere capacità sensomotorie e azioni volontarie.

Selfception 1

In sostanza, il robot imparerebbe che ogni suo movimento produrrà una conseguenza e, così facendo, sarebbe in grado di interagire in un ambiente in continua evoluzione, relazionandosi in maniera corretta con gli esseri umani.

A questo scopo il progetto si propone di combinare l’apprendimento sensomotorio avanzato con nuovi dispositivi di rilevazione multimodale, come la pelle artificiale. Questo permetterebbe ai robot di acquisire la loro rappresentazione percettiva, quindi di distinguere tra sé, le altre macchine e gli altri agenti durante l’interazione, una capacità fondamentale per andare verso un futuro dove umani e macchine sono destinati a convivere sempre di più.

Secondo alcune ricerche, infatti, nel giro di un paio di anni ci saranno in circolazione 35 milioni di robot per uso privato non industriale, un mercato con un giro di affari di 19 miliardi di euro.

Psicologia e robotica

Un progetto molto ambizioso, dove robotica e la psicologia cognitiva viaggiano a braccetto. Non a caso, tra i partner di Selfception vi è l’olandese Leiden Institute for brain and cognition, uno dei più avanzati istituti di ricerca nel campo degli studi sul cervello e le capacità cognitive, che sotto la supervisione del famoso psicologo cognitivo Bernard Homel curerà anche la formazione degli ingegneri della squadra di Lanillos. Inoltre, per favorire il trasferimento tecnologico di questi metodi è prevista una stretta collaborazione con la società spagnola Pal Robotics.

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