Prima di tutto la notizia “nuda e cruda”: Wordsmith Beta è un nuovo software sviluppato da Automated Insights per generare in automatico testi scritti. In poche parole una potenziale “minaccia” per i giornalisti! Non a caso facendosi un giro su internet tutti i titoli o gli occhielli degli articoli pubblicati sull’innovazione parlano di “robot giornalista” e di potenziali scenari nefasti per la categoria…
Dunque pure il sottoscritto si trova in questo momento nell’imbarazzante situazione, come successo in queste ore a numerosi colleghi in tutto il mondo, di trattare una cosa molto negativa per la categoria cui si appartiene! Come recita il detto? “Portare la corda a casa dell’impiccato”… Ma sembra che le reali conseguenze non saranno così nefaste per i giornalisti come vedremo più avanti.
Tornando sul punto: non si tratta neppure di una invenzione particolarmente innovativa. In Cina, per esempio, il problema era stato già sollevato qualche mese fa (panico tra i cronisti compreso) per la creazione da parte di Tencent di un sistema robotico in grado di stilare articoli di economia, come riportato da robotica.news.
Si a report finanziari o news sul meteo, no a articoli che implicano creatività
Per non dire che la medesima tecnica viene già utilizzata dalle redazioni di Associated Press e Yahoo! per la costruzione di report di natura economica o di news sportive. Per esempio, il software realizza per la grande agenzia americana oltre tremila report al trimestre. Il funzionamento, in sintesi, è questo: il software analizza i dati caricati dall’utente sul sito di Wordsmith Beta; in prima battuta viene generato un resoconto oppure un articolo che deve essere integrato con la personalizzazione dei contenuti. La fase di test durerà fino a gennaio quando sarà lanciata la versione definitiva del sito e l’accesso sarà totalmente libero (mentre oggi bisogna registrarsi).
Come la mettiamo con la fine del giornalismo? Da uno studio/sondaggio curato dal ricercatore svedese esperto di media Christer Clerwall, mirato a giudicare gli articoli dei robot, si evince che la maggior parte degli interpellati non nota grandi differenze tra il contenuto elaborato da Wordsmith Beta e quello di un umano. Ma le conclusioni di Clerwall restringono il raggio d’azione dei cronisti 2.0 ai soli report finanziari, o news sul traffico e il meteo. Non ci sono i margini per la stesura di articoli “speciali”, dove necessariamente viene richiesta un minimo di creatività.
Per fortuna, vien da dire al giornalista medio…