Chi di noi ha mai sentito parlare delle tre leggi della robotica, alzi la mano. Più difficile, forse, è contestualizzarle correttamente. Ebbene, queste tre semplici, primarie e imprescindibili leggi si trovano scritte all’interno della 56° edizione del Manuale di robotica pubblicato nell’anno 2058, citato all’interno delle pagine di Io Robot, pubblicazione che vide la luce nel 1950 ma le cui storie, che hanno per protagonisti i robot positronici, erano state scritte da Isaac Asimov tra il 1940 e il 1950.
Ma chi era Asimov? Ebbene, Isaac Asimov, o per meglio dire Isaak Judovič Ozimov, nasce da una famiglia di origini ebraiche a Petroviči il 2 gennaio 1920, cittadella rurale situata in una remota zona dei territori occidentali dell’allora Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Le necessità legate al mantenimento della famiglia, portano il padre di Asimov nel 1923 ad emigrare negli Stati Uniti, esattamente a New York, dove nel quartiere di Brooklyn aprirà e gestirà per molti anni un emporio, principalmente dedicato alla vendita di libri, giornali e dolciumi.
Da Ozimov ad Asimov, una vita nuova negli Stati Uniti
Gli Stati Uniti segnano la vita del piccolo Isaac già a partire dal suo arrivo a Ellis Island, dove Judah, il padre, conoscendo poco dell’alfabeto occidentale, forse con la complicità dell’ufficiale di anagrafe sbaglia a scrivere il cognome e lo registra con una “a” e una “s” al posto delle originarie lettere cirilliche “o” e “z”: è così che Ozimov si trasforma nel più americano Asimov.
L’attività dei genitori fu, per così dire, la scintilla che fece scoccare nel piccolo Isaac la passione per la fantascienza. Non appena ne aveva la possibilità o qualche nuovo arrivo faceva bella mostra nell’espositore delle riviste, Isaac correva subito a prenderlo per leggerne avidamente gli avventurosi e incredibili contenuti, anche un po’ deriso dal fratello Stanley e dalla sorella Marcia.
Compiuto il ciclo degli studi primari e secondari, il giovane Isaac si iscrive alla Columbia University, dove dopo una parentesi dedicata alla Zoologia, che abbandonò, si dedicò agli studi di chimica e biologia, laureandosi nel 1939 presso la School of Medicine dell’università di Boston.
Nel frattempo Isaac Asimov aveva già iniziato a scrivere racconti. Anzi, aveva iniziato già da tempo, a dire il vero, visto che la firma in calce al suo primo racconto, The Greenville Chums at College, Asimov la appone ad undici anni appena.
La voglia di scrivere, più forte di tutto
Dopo alcune esperienze di scrittura, tra l’altro coronate dalla pubblicazione di alcuni racconti sul giornalino scolastico liceale, nel 1937 Asimov si cimenta per la prima volta in una vera e propria stesura di romanzo fantascientifico, Cosmic Corkscrew, che propone alla rivista Astounding Stories: il manoscritto viene però rimandato al mittente. Ciò nonostante, John Campbell, il direttore, intuisce le potenzialità del giovane Isaac e, insieme al manoscritto, gli restituisce una lettera in cui lo esorta a continuare sulla strada della scrittura mettendo bene a fuoco lo stile e la padronanza degli argomenti trattati.
Asimov fa tesoro di questo consiglio, interpretandolo quale esortazione a seguire ciò che più di interessante e appagante avrebbe voluto fare nella sua vita. Così, continua a scrivere e lo fa a un ritmo produttivo sempre più serrato, tant’è che dal 1939 può davvero definirsi un vero e proprio scrittore, la cui sempre più prolifica attività lo porterà a ritirarsi dall’insegnamento, a cui si era dedicato dopo la laurea, nel 1950 per dedicarsi a tempo pieno alla sua grande passione della vita: la scrittura.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo ha sempre dipinto come un uomo dal carattere schivo, semplice e modesto, che interpretava la sua attività di autore con immenso piacere e totale dedizione. Prova ne è che nell’arco di 53 anni, tanto è durata la sua carriera ufficiale, Isaac Asimov ha prodotto ben 450 pubblicazioni, un numero non del tutto certo vista la vastità e diversità degli argomenti trattati.
Se i più conoscono Asimov per le sue scritture di fantascienza, non va infatti dimenticato che egli si dedicò con passione anche ad altre tematiche, come quelle di divulgazione scientifica, che lo videro protagonista di saggi su chimica, fisica e astronomia.
La strana legge del contrappasso che colpisce Isaac Asimov
Nonostante la vastità e diversità della sua produzione, a tutt’oggi Asimov è considerato tra i massimi, se non il massimo tra gli scrittori di fantascienza, il cui merito è stato senz’altro quello di aver sdoganato la cosiddetta “science fiction” dall’ambito della bassa narrativa a vero e proprio genere letterario, intriso di sapienti trame, nonché di contenuti divulgativi, sociali e filosofici.
Dotato di un quoziente intellettivo nettamente superiore alla media (i test dell’epoca lo accreditavano ad un QI pari a 160), Asimov non mancò mai di esprimere la sua posizione di ateismo nei confronti dei vari credo religiosi, ringraziando però la natura per il dono dell’intelligenza di cui lo aveva dotato e per il quale si sentiva fortunato.
Abituato a descrivere le avventure spazio-temporali dei suoi protagonisti quasi come se li avesse vissuti in prima persona, Asimov era in realtà una persona poco propensa ai grandi spostamenti perché, addirittura, terrorizzata dal volo. Si dice che in vita sua prese l’aereo, perché costretto, due sole volte: la prima durante il servizio militare presso la Base Navale di Filadelfia, per una verifica sperimentale, la seconda per tornare a casa a San Francisco da una base militare situata alle Hawaii.
Strana la vita. La stessa persona che non solo scriveva di viaggi incredibili, ma che addirittura si era dichiarato ateo in nome di quella razionalità che deve sempre saper guidare la mente e l’operato dell’uomo, soffriva della paura dell’altezza. Isaac Asimov lo scoprì nel 1940, quando a New York diede appuntamento a una ragazza di nome Irene su un ottovolante: l’esperienza fu per lui traumatica, ma senz’altro a lieto fine, visto che di lì a pochi mesi i due si sposarono.
Il suo spirito vivrà in eterno
Se è durante il suo primo matrimonio che Asimov raggiunge la fama internazionale, soprattutto con il libro “Io robot”, è con il secondo, a fianco della moglie Janet, che Asimov dimostra la piena maturità letteraria consacrandosi definitivamente nella hall of fame degli scrittori.
Di lui, come detto in precedenza, rimane oggi una produzione letteraria di oltre 450 titoli, dei quali i più famosi sono senz’altro quelli legati ai cosiddetti cicli: il ciclo dei robot (a sua volta preceduto dal pre-ciclo dei robot), il ciclo dell’impero e il ciclo della fondazione. Ad essi si aggiungono scritti di giallistica, libri umoristici, saggi scientifico-divulgatici e narrativa per ragazzi.
L’attività di Isaac Asimov si interrompre il 6 aprile 1992, mentre stava completando il suo ultimo romanzo, Fondazione Anno Zero. Le cause della morte sono state ufficialmente ricondotte a un arresto cardiaco, ma più tardi, anche grazie alla biografia scritta dalla sua seconda moglie Janet, It’s Been a Good Life, si scoprirà che la vera causa del declino fisico di Asimov è da ricondurre a una sciagurata infezione da virus HIV contratta nel 1983 durante una trasfusione di sangue.
In rispetto alle sue volontà, il suo corpo viene cremato senza cerimonie ufficiali e le sue ceneri disperse per ricongiungersi con gli elementi naturali.
In suo onore, nel 1981, l’astronomo statunitense Schelte Bus, che lo scoprì il 2 marzo di quello stesso anno, diede all’asteroide 5020 il nome dello scrittore. A quasi 25 anni dalla sua scomparsa, sappiamo dunque che lo spirito di Isaac Asimov è ancora vivo, non solo nelle sue opere ancor oggi apprezzate dalle nuove generazioni di lettori, ma anche nella materia primordiale dell’asteroide 5020 che viaggia negli spazi siderali compresi tra le orbite di Marte e Giove.