Si fa presto a dire “guida autonoma”, forse troppo presto se le stesse grandi realtà impegnate nel suo sviluppo (da Google ai brand automobilistici) predicano cautela e ulteriori e sempre più probanti test di compatibilità’ e sicurezza. Giustamente, aggiungiamo noi.
Ma il campione intervistato dall’Osservatorio Auto 2016 ha mostrato un entusiasmo che forse tradisce un po’ di disinformazione. Un inciso: l’osservatorio è stato curato da Findomestic, la finanziaria specializzata in erogazione crediti. Prestiti che sovente, anche direttamente tramite concessionaria auto, vengono investiti sulle quattro ruote. Magari è un caso, ma è normale che tra i tifosi della self driving car rientrino anche realtà come la finanziaria del gruppo BNP Paribas…
La ricerca abbraccia 15 paesi di quattro continenti, e circa 8000 automobilisti che hanno comprato una macchina nuova negli ultimi cinque anni. Detto che fortunatamente c’è la consapevolezza che il fenomeno dovrebbe diventare “cosa concreta” entro dieci anni (per il 75% degli intervistati) – e non in tempi imminenti – lo studio evidenzia che il 55% del campione è entusiasta per la vettura senza guida: “senza se e senza ma” come si dice in gergo. La comprerebbe subito. Diamo per scontato che tutti pensino al modello prototipato definitivamente per la circolazione (con aree però tutte da individuare con criterio).
Anche la connettività ha il suo perché per gli italiani
E se il microcampione cinese recita il livello di entusiasmo alle stelle (91%), l’Italia guida l’Europa con il 65%. Altrettanto sorprendente il dato degli Stati Uniti, in controtendenza per scetticismo: solo un interpellato su tre lascerebbe una macchina tradizionale per una self driving car.
La ricerca presenta un focus parallelo riguardo ai plus che in generale oggi reca un’auto smart, a prescindere che sia a guida tradizionale o non. Per l’89% degli intervistati la connettività è garanzia di comfort e di sicurezza. Per gli italiani lo strumento di navigazione piu’ utile è lo smartphone: irrinunciabile per l’81% degli automobilisti, a fronte di una media generale del 69%.