Walmart, il colosso americano del commercio al dettaglio, ha depositato un brevetto per api robot o, più precisamente droni impollinatori, che potrebbero un giorno sostituire i veri insetti nel loro preziosissimo compito: impollinare i raccolti.
Proprio come le vere api, infatti, anche queste macchine sono pensate per volare da una pianta all’altra, trasportando e depositando il polline, utilizzando un sistema di sensori e telecamere per rilevare le posizioni delle colture.
Ma c’è di più. Insieme al deposito del brevetto per le api robot, Walmart ne ha presentati altri sempre per i droni agricoli, tra i quali uno che identificherebbe i parassiti e un altro che monitorerebbe la salute delle colture. Un insieme di tecnologie che lascia intuire come il lavoro delle api robot non dovrebbe limitarsi alla sola impollinazione, anche se sarebbe già molto, ma coprire una serie di attività come spruzzare pesticidi, allontanare parassiti e altri animali che possono arrecare danno alle piante, o che si nutrono delle sementi. Il tutto, inoltre, con un’azione mirata e puntuale, garantito dall’utilizzo dei piccoli droni, che consentirebbe di porre fine all’uso indiscriminato e massiccio di pesticidi, solitamente sparsi dal cielo con aerei o da terra con l’uso di altri mezzi, che provocano danni all’ambiente ed è anche abbastanza costoso.
Controllare la filiera
Meno chiaro è quale sia l’interesse di Walmart in questo campo. Secondo diversi commentatori, l’operazione testimonierebbe l’intenzione del colosso americano di espandere le sue attività all’agricoltura, per avere un maggior controllo lungo tutta la filiera di approvvigionamento dei prodotti alimentari commercializzati nei suoi punti vendita.
L’uso di queste tecnologie pertanto consentirebbe di abbattere i costi e di migliorare la qualità dei prodotti. Ipotesi verso la quale fa tendere anche il recente annuncio da parte del gruppo l’estensione del servizio di consegna a domicilio di generi alimentari a oltre 800 negozi che raggiungono il 40% delle famiglie statunitensi. Consegna che in alcune località sarà garantito entro un minimo di tre ore. A gennaio, Walmart ha anche depositato un brevetto per un servizio di acquisto online di prodotti alimentari che consentirebbe agli acquirenti di accettare o rifiutare i prodotti di sua produzione.
Una risorsa per l’agricoltura
Comunque sia, il colosso statunitense non è il primo a lavorare allo sviluppo di api robot. Tale soluzione è apparsa come una possibile strada a molti scienziati impegnati a fronteggiare la scomparsa delle api, un fenomeno che ha assunto risvolti preoccupanti negli ultimi anni, considerando che proprio questi piccoli insetti si occupano dell’impollinazione di oltre un terzo del cibo che arriva sulle nostre tavole. Un fenomeno al quale gli scienziati hanno dato il nome di sindrome dello spopolamento degli alveari (Colony collapse disorder), ma del quale ancora non si spiegano del tutto le cause, anche se si ritiene legato all’uso di alcuni pesticidi, che ha fatto la sua prima comparsa in Nord America alla fine del 2006 e da allora si è ripresentato praticamente in tutto il mondo, con intensità sempre maggiore, sebbene lo scorso anno il numero di decessi sia diminuito rispetto al 2016.
Non a caso, la prima ape robot è stata realizzata dall’Università di Harvard (nella foto a destra il prototipo), negli Stati Uniti, nel 2013. All’epoca, però, questi piccoli droni potevano solo volare e librarsi a mezz’aria collegati a una fonte di energia: la loro evoluzione li ha resi più funzionali, ma ancora non possono essere controllati a distanza. Capacità che invece avrebbero le api robot descritte nel brevetto di Walmart che, insieme alla capacità di rilevare automaticamente il polline, le renderebbe perfette un giorno per lavorare nei campi.