Torino non vuole rinunciare al suo status di capitale dell’automotive. E se il futuro della sua storica industria appare incerto, per quanto riguarda il mantenimento della produzione, la città guarda al futuro e si candida a diventare laboratorio italiano per la sperimentazione delle auto a guida autonoma.
Il progetto è fortemente voluto dalla sindaca Chiara Appedino, e pienamente condiviso dalla sua giunta che ha approvato il protocollo che punta a fare del capoluogo piemontese «la città laboratorio per la guida autonoma e connessa in ambito urbano». Un progetto che può aprire alla città nuove prospettive di sviluppo industriale e di innovazione, attirando investimenti in ricerca da parte delle case automobilistiche di tutto il mondo.
Passaggio indispensabile affinché tali speranze si traducano in realtà è che il protocollo venga siglato dai rappresentanti di Fca, General Motors e Italdesign, Tim, Open Fiber e Politecnico di Torino, le aziende coinvolte nella sperimentazione. A quel punto i costruttori potranno dichiarare al ministero dei Trasporti di voler scegliere la città piemontese come città laboratorio, dove avviare la sperimentazione in Italia dei loro nuovi veicoli a guida autonoma.
Perché Torino
A spiegare il perché le case costruttrici dovrebbero scegliere proprio Torino per le loro campagne di test, il fatto che la città è finora la prima e l’unica nel nostro paese ad aver dato la disponibilità a provare le auto self driving sulle sue strade. Disponibilità che non riguarda solo circuiti protetti e chiusi al traffico o strade poco trafficate di periferia, ma anche quelle del centro. Inoltre, le sperimentazioni potranno riguardare sia i veicoli con pilota automatico di livello 4, ovvero che non necessitano che il passeggero-autista intervenga sui comandi, eccetto in caso di emergenza, sia quelli di livello 5, ovvero del tutto privi di pilota.
Il decreto Smart road
A rendere possibile i test dei veicoli a guida autonoma sulle strade italiane è stato il decreto Smart road, approvato all’inizio di questo mese dal ministero dei Trasporti. Obiettivo del provvedimento è avviare il miglioramento della rete stradale nazionale puntando sulla sua graduale trasformazione digitale, in modo da rendere l’infrastruttura in grado di dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione e permettere anche l’utilizzo sistemi di assistenza automatica alla guida, e di migliorare e snellire il traffico e ridurre il numero degli incidenti.
Per le sperimentazioni il provvedimento prevede il rispetto di alcuni parametri, sono 12 in totale, tra i quali la presenza di infrastrutture come la fibra ottica e altri sistemi di rilevamento del traffico, per consentire a una strada di essere “intelligente”. Punto questo, in particolare, che vede Torino all’avanguardia. Una parte della rete stradale cittadina, infatti, è servita dalle infrastrutture di 5T, la società comunale di gestione del traffico. Tale rete stradale è pertanto dotata di sensori in corrispondenza dei semafori, di spire sotto l’asfalto che assicurano il rilevamento dei passaggi delle vetture, e quindi di avere un quadro in tempo reale del traffico, telecamere intelligenti agli incroci. Le connessioni tra tutte queste tecnologie e i dati da queste rilevate diventano così uno strumento fondamentale per fare della città un laboratorio, consentendo la possibilità di effettuare test in tutta sicurezza, evitando problemi e, soprattutto, incidenti.