Se il robot finisce nel piatto

Ci stavamo appena abituando all’idea che un robot possa bussare alla nostra porta di casa per consegnarci la pizza o il sushi, servirci il piatto scelto al ristorante o preparare per noi un hamburger, quando scopriamo che in futuro potremmo vedere gli automi anche in un ruolo molto diverso da quelli di un classico cameriere, cuoco o fattorino: quello della portata. L’idea è dei ricercatori svizzeri dell’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (Epfl) che, in occasione dell’ultima edizione del l’’ultima edizione di Iros (International conference on intelligent robots and systems), svoltasi a Vancouver (Canada), hanno presentato uno dei primi passi verso questo lungo percorso: un attuatore interamente realizzato con materiali commestibili.

Un mix di gelatina, glicerina e acqua

La nuova soluzione è composta da un mix di gelatina, glicerina e acqua versate in uno stampo. Il suo design complessivo è quello di un attuatore pneumatico standard e le sue dimensioni sono pari a 90 mm di lunghezza per 20 mm di larghezza per 17 mm di spessore. Così come simili sono le prestazioni: l’attuatore si piega quando gonfiato e si raddrizza quando la pressione applicata viene ridotta. Più nello specifico, presenta un angolo d curvatura di 170,3° e può generare una forza di 0,34 N a pressione applicata di 25 kPa.

Integrando due di questi attuatori, i ricercatori hanno anche costruito una pinza che si è comportata egregiamente nelle prove di presa alle quali è stata sottoposta, regolando la forza attuata per consentirle di gestire oggetti di dimensioni e forme più diverse, come una mela, un’arancia, un uovo, un pack di medicinali, un vasetto di plastica e altro. Ecco il video

Il futuro della soft robotics

Ma dove si vuole arrivare? Le ottime performance dell’attuatore nella campagna di test hanno rafforzato nei ricercatori l’idea che si possa arrivare a realizzare robot interamente fatti di materiali biocompatibili, dai sistemi di presa ai sensori, dalle batterie di alimentazione ai transistor, e che possano essere ingeriti dall’uomo e, una volta all’interno del corpo, eseguire una varietà di funzioni.

Una prima possibilità, ad esempio, è che i componenti di tali robot potrebbero essere mescolati con componenti nutritivi o farmaceutici per scopi medici, considerando che in tal modo non sarebbe richiesto nessun carico aggiuntivo dal momento che lo stesso robot sarebbe il cibo o la medicina. Ancora potrebbero essere utilizzati per esplorare il corpo umano, o eseguire piccoli interventi.

robot attuatore commestibile 1
I test di presa della pinza realizzata con gli attuatori commestibili

Senza contare che robot costituiti da parti biodegradabili e biocompatibile rappresenterebbero un bel passo in avanti anche sul piano della sostenibilità ambientale. Più in generale, tali soluzioni avrebbero tutti i vantaggi associati alla soft robotics, un ramo della robotica ispirato alla natura e che punta a creare componenti che meglio rispettino il proprio ambiente. I robot morbidi possono cambiare continuamente forma, sopportare forti forze meccaniche e adattarsi passivamente all’ambiente nel quale sono immersi, risultando più sicuri, robusti e versatili rispetto ai loro simili fatti di bulloni e metallo.

Prev Post

E2-RD, l’umanoide di Honda che interviene nelle catastrofi

Next Post

La pelle artificiale che rende sensibile la mano robotica

Read next