La fluidità di movimento, nonché la reazione di fronte a un ostacolo imprevisto, è la caratteristica principale che contraddistingue la locomozione di un essere vivente rispetto a quella impacciata e traballante di un automa robotico: ciò grazie a quello che, in termini tecnici, viene definito passo riflesso, ovvero la capacità di adattare l’andatura per superare ostacoli, aggirare imprevisti e adattarsi alla conformazione del terreno, ovviamente mantenendosi in equilibrio.
L’importanza del passo riflesso è tale al punto che questa nuova frontiera tecnica è una delle sfide più attuali a cui stanno lavorando i più avanzati laboratori di robotica mondiali, tra cui il nostro iit, l’Istituto italiano di tecnologia di Genova.
Il passo riflesso fa gola anche ai militari
Allo stadio più o meno prototipale, ma alcuni già egregiamente funzionanti, vi sono numerosi esempi di robot che sfruttano la caratteristica del passo riflesso per muoversi in ambienti destrutturati o per reagire in maniera autoadattiva di fronte a inattese eventualità. Se un robot mobile in grado di muoversi agilmente può essere determinante in operazioni di soccorso in casi di calamità, provate a immaginare l’utilità che un drone micidiale capace di muoversi velocemente su terreni ostili può avere in ambito militare. Oltre all’iit di Genova e al suo robot HyQ, i laboratori che hanno ottenuto i migliori risultati in ambito di passo riflesso sono quelli della statunitense Boston Dynamics, che collabora con il DARPA, l’agenzia governativa USA per la ricerca avanzata che fa capo al dipartimento della difesa, i laboratori di robotica del MIT, le nipponiche Honda e Toyota e alcuni istituti di ricerca israeliani che fanno capo all’università di Tel Aviv e al ministero della difesa. Per la cronaca, ricordiamo che Boston Dynamics è stata rilevata da Google due anni orsono.