robot origami

Origami, il robot che nuota e si scioglie

Piegarsi in modo autonomo fino a raggiungere la conformazione funzionale, spostarsi su un piano e svolgere vari compiti, nuotare e infine dissolversi in un bagno di acetone: sono queste le incredibili capacità di un robot in miniatura presentato dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology di Boston) nel corso dell’annuale edizione dell’International Conference on Robotics and Automation (ICRA), tenutasi a Seattle.

Durante la sezione ICRA 2015 dedicata all’automazione e alla robotica, i ricercatori del MIT hanno mostrato l’intero ciclo di vita (dalla nascita alla morte) di un piccolo robot, in grado di muoversi su qualsiasi superficie, anche leggermente inclinata, e nuotare sfruttando i campi elettromagnetici.

robot origami

Design assimetrico per i movimenti e acetone per lo scioglimento

Il nome Origami Robot descrive chiaramente il modo in cui il robot si auto-assembla. All’interno di due strati di un piccolo foglio di carta o polistirene (1,7 centimetri di lato e 0,31 grammi di peso) sono stati inseriti elementi in PVC e un magnete. Quando viene appoggiato su una superficie calda, il PVC si contrae e il foglio si piega lungo linee predeterminate. Nasce così il robot, che subito inizia a muoversi ad una velocità di 3-4 centimetri al secondo.

Il motore è costituito da un magnete permanente al neodimio e da quattro bobine che generano il campo magnetico necessario al movimento del robot. Il campo magnetico è direzionale e viene attivato/disattivato ad una frequenza di 15 Hz. Il magnete intorno al quale è avvolto il foglio oscilla quindi avanti e indietro, innescando lo spostamento del robot. L’asimmetria del design, combinata al punto di equilibrio fuori-centro, consente al robot di muoversi in avanti, spostare oggetti, arrampicarsi e nuotare.

Se viene utilizzato il polistirene, il robot può essere dissolto nell’acetone (eccetto il magnete). Sciogliere il robot nell’acqua è più complicato, ma i ricercatori hanno promesso che sarà possibile in futuro. Il passo successivo è integrare sensori self-folding che permettano di eseguire operazioni in maniera autonoma.

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