Noah, il robot che allena Steph Curry per raggiungere la perfezione

Era inevitabile che succedesse: Stephen Curry in questi giorni sta giocandosi con i suoi Golden State Warriors il secondo titolo NBA consecutivo, contro i Cleveland Cavs dell’altrettanto leggendario LeBron James. Ed ecco ritagliarsi uno spazio sui media statunitensi anche il robot Noah!

Una “fama” meritata se si pensa che Noah viene utilizzato con sempre più frequenza dai Warriors durante gli allenamenti per affinare il “tiro da tre”, che come gli appassionati sanno è il vero marchio di fabbrica di Curry e soci.

Noah è nato all’inizio del 2000 a Menlo Park grazie a una brillante intuizione di Alan Marty, ingegnere developer californiano che voleva insegnare alla figlia a fare canestro! La prima “incarnazione” di Noah era costituita da un computer su una sorta di carrello, con altoparlanti. Tecnica di tiro basica, mini playground dietro l’abitazione dell’ingegnere, e canestro decisamente all’altezza accessibile per la “macchina” e la bambina. In seguito l’idea si è via via raffinata grazie al supporto  di amici di Marty impegnati nelle ricerche tecnologiche della Silicon Valley.

Noah

Con sensori e un apposito software di simulazione dialogante con il braccio robotico (ovviamente sviluppatosi a sua volta), Noah è diventato capace di fissare e eseguire le traiettorie sul campo. Equipaggiato di mini ventose per le “dita” in modo da poter coordinare i movimenti e il tempo di rilascio necessario per fare canestro dapprima in modalità basica fino alla recente evoluzione per il “tiro da tre”. Quella che da circa un anno e mezzo hanno indotto i Warriors a utilizzare Noah nei loro allenamenti a Oakland. E pare che le sfide tra Curry e il robot siano tiratissime ma divertenti al tempo stesso.

L’ultimissimo upgrade cui Noah è andato incontro ha visto la preziosa aggiunta dei sensori della Xbox Kinect che hanno migliorato la visuale per identificare il miglior angolo possibile per ciascun tiro in relazione allo sviluppo delle situazioni di gioco.

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