Chissà come prenderanno la notizia i cosiddetti “euroscettici” di ogni latitudine, dunque non solo i cittadini britannici impegnati in queste ore con il referendum sulla Brexit. Ma anche se non soprattutto coloro che accusano l’Unione Europea di non pensare a cose serie e realmente utili per i popoli… Sta di fatto, e poi ciascuno si farà la propria idea, che nelle ore scorse al Parlamento di Bruxelles è stata presentata una mozione per imporre ai “lavoratori artificiali” di essere ufficilamente registrati! Per pagare un’assicurazione – tramite che li impiega – e contribuire in tal modo alle pensioni degli umani che a causa loro verranno licenziati.
Sembra un’iniziativa lodevole, ma non siamo così sicuri che la mozione possa diventare disegno di legge in tempi brevi, perchè sul complesso e controverso tema degli androidi che “ruberebbero” i posti di lavoro agli umani sono stati versati fiumi di inchiostro, anche se non soprattutto di natura etica, a fronte di statistiche e cifre che sono invece ancora tutte da razionalizzare essendo il processo di automazione stato avviato da poco. O per meglio dire, ammesso che per esempio l’industria 4.0 si sia già messa in moto da qualche anno, il grosso dell’innovazione robotica si è rivelata a oggi un successo soprattutto in ambiti come quello chirurgico dove la “macchina” nasce come supporto prezioso e non come “sostituto” di qualcuno…
Ad ogni buon conto, la mozione sulla “riconosciuta personalità elettronica” degli androidi è stata presentata al Parlamento Europeo da un esponente del partito operaio socialista del Lussemburgo. Il testo suggerisce una sorta di tassa sui robot per rigenerare l’asfittico sistema previdenziale dei lavoratori umani: ogni imprenditore che impiega degli automi dovrà segnalarli allo stato, indicando anche quanto risparmia in contributi grazie alla sostituzione dei lavoratori in carne e ossa con quelli con arti robotici e sensori.