La stampa 3d conquista sempre più spazio anche in ambito chirurgico. Una delle applicazioni più rilevanti di questa tecnologia è stata dimostrata all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove, proprio grazie alla stampa 3d, è stato effettuato un intervento a bassa invasività per rimuovere un tumore alla base cranica di una paziente di 16 anni.
L’impiego di questa tecnologia si è rivelato decisivo per il successo dell’operazione, in quanto ha dato ai chirurghi la possibilità di rimuovere il tumore, che sebbene benigno aveva compromesso la funzionalità del nervo ottico della giovane paziente, senza necessità di andare a toccare anche il cervello. Tutto ciò grazie a un lungo lavoro preparatorio che il team di Neurochirurgia pediatrica ha eseguito su un modello del cranio della ragazza realizzato con la stampa tridimensionale, riuscendo così a individuare un percorso alternativo per il bisturi, che ha permesso di raggiungere la massa da eliminare in modo molto meno invasivo rispetto a quanto avveniva in passato.
Un modello perfetto
Per arrivare al risultato i neurochirurghi guidati dal dottor Lorenzo Genitori, coadiuvati da un’equipe di ingegneri, hanno iniziato realizzando il modello di cranio nel quale, utilizzando le immagini ottenute dalla risonanza magnetica e dalla tac, hanno poi riprodotto nei minimi dettagli la massa tumorale e il nervo ottico con la stessa forma e dimensione che questi avevano in realtà. Successivamente hanno utilizzato anche il modello di cranio per effettuare un intervento simulato che ha consentito loro di individuare il percorso meno invasivo e più efficace per asportare il tumore. Percorso che si è rivelato esatto nel momento in cui sono passati alla sala operatoria, facilitando l’operazione.
Il laboratorio T3ddy
Come accennato, tutto il lavoro ha coinvolto alcuni degli ingegneri di T3ddy, il laboratorio congiunto istituito dal Meyer con il dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Firenze, laboratorio nato due anni fa proprio per supportare i medici nell’utilizzo e nello sfruttamento delle potenzialità della stampa 3d in ambito clinico.
Una tecnologia che è ormai di casa presso il nosocomio fiorentino, dove trova già diverse applicazioni, dalla creazione di modelli tridimensionali per migliorare l’approccio chirurgico alla realizzazione di “gessi” su misura degli arti, dall’impiego educativo e ludico per i piccoli pazienti, grazie al carrello della “maker therapy”, alla simulazione in pediatria per la formazione degli operatori.