Con Prellis Biologics la stampa 3d di tessuti umani diventa realtà

Eliminare le liste di attesa garantendo alle persone che aspettano un trapianto un organo immediatamente utilizzabile realizzato con la stampa 3d. È il grande obiettivo di Prellis Biologics, una start up con sede a San Francisco (Stati Uniti), fondata nel 2016 da due giovani scienziate, Noelle Mullin e Melanie Matheu.

Un obiettivo che potrebbe essere raggiunto tra qualche anno, per merito le soluzioni sviluppate dalle due ricercatrici, e che ora verranno sviluppate e ottimizzate, grazie ai nuovi finanziamenti messi a disposizione da investitori pronti a scommettere sul progetto.

Superato l’ostacolo il limite tecnico

Progetto che ha dalla sua il grande progresso che le due ricercatrici hanno fatto compiere alla stampa 3d dei tessuti umani, superando l’ostacolo contro il quale si sono arenati tutti gli esperimenti fatti finora in questo campo: il problema della microvascolarizzazione. Si tratta del reticolo di piccoli vasi sanguigni che forniscono ossigeno e sostanze nutritive alle cellule e che permettono di rimuovere i “rifiuti”, entrambi processi fisiologici senza i quali nessun organo può sopravvivere. Un problema che fino a oggi ha limitato la stampa a tessuti molto sottili, non più spessi di una banconota. Il team di Prellis è, però riuscita a trovare una soluzione al problema, riuscendo a produrre strutture microvascolari che consentiranno di realizzare tessuti più spessi, che formano la base per la costruzione degli organi funzionali.

Prellis Biologics 1

Un passo decisivo per far compiere alla medicina un salto in avanti in grado di dare nuova speranza e una possibilità di vita a milioni di persone. «Solo negli Stati Uniti oltre 230 persone muoiono ogni giorno per malattie epatiche e renali – ha spiegato Noelle Mullin, cofondatrice e responsabile scientifica dell’azienda -. Accoppiando l’esperienza sulle cellule staminali e sull’immunologia alla nostra tecnologia di stampa 3d, saremo in grado di produrre organi e tessuti con l’infrastruttura vascolare necessaria per renderli vitali».

Senza considerare che, a differenza della tradizionale donazione di organi, con questa soluzione si elimina anche il rischio di rigetto e quindi il bisogno di assumere prendere farmaci immunosoppressori per tutta la vita, in quanto tali organi sarebbero ricavati a partire dalle cellule del paziente, che verrebbero prelevate, fatte crescere in laboratorio e incorporate in un composto a base di collagene.

Un percorso per gradi

Si tratta però di un percorso che verrà completato per gradi. I primi tessuti cresciuti in laboratorio saranno utilizzati per produrre anticorpi per l’industria farmaceutica da utilizzare per i test per lo sviluppo di farmaci. Questo permetterà di risolvere un altro grande problema: attualmente, infatti, le aziende farmaceutiche devono testare i nuovi farmaci su modelli animali, che però non prevedono con precisione la tossicità o efficacia negli esseri umani, così come gli studi clinici sull’uomo possono essere lunghi e dannosi per i pazienti.

I primi tessuti umani che verranno stampati saranno invece le isole di Langerhans, ovvero dei gruppi di celle del pancreas che producono l’insulina. Queste celle potranno essere impiantate nei pazienti diabetici, liberandoli sia dall’iniezione giornaliera di dosi di insulina sia dai continui test per monitorare il livello di glucosio nel sangue.

Poi si procederà con la stampa di organi sempre più complessi. «La nostra visione è dar vita a un’azienda che utilizzi la tecnologia per stampare qualsiasi tipo di organo umano, fornendo alle persone una soluzione duratura a un determinato problema medico», ha spiegato Melanie Matheu, co-fondatrice e amministratore delegato di Prellis -. Riteniamo che la nostra tecnologia possa dare un impulso decisivo al reale utilizzo di tessuti stampati in laboratorio per lo sviluppo di farmaci salva-vita, per la produzione rapida di anticorpi e la produzione di umani organi per il trapianto».

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