Rise la sedia a rotelle robotica che rimette in piedi i disabili

L’anno che sta per concludersi porta una speranza per la persone che soffrono di deficit motorio: se non quella, purtroppo, di tornare a camminare, quella di alzarsi in piedi e tornare in posizione eretta. Tutto ciò grazie a una nuova sedia a rotelle robotica di ultima generazione dal nome emblematico: Rise, che in inglese significa, appunto, mettersi in piedi, rialzarsi. Un’azione motoria quotidiana, banale per la maggioranza delle persone, ma non per tante altre per le quali questa nuova tecnologia vuole essere una fonte di riscatto, una nuova speranza.

Nato dalla collaborazione tra l’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa e il Centro di riabilitazione motoria Inail di Volterra (Pisa), il Robotic innovation for standing and enabling (il cui acronimo è appunto Rice) è la nuova frontiera della ricerca nel campo della robotica riabilitativa. Grazie a tre interfacce meccaniche, femorale, addominale e tibiale, si adatta alle caratteristiche fisiche di chi la utilizza: ha una base mobile formata da sei ruote e due meccanismi laterali che permettono di sollevarsi in posizione eretta senza rischi di cadute. La sedia a rotelle robotica si ricarica come un cellulare, con batterie che hanno un’autonomia che va dalle 4 alle 6 ore.

Un modello di biorobotica sociale

Lo sviluppo dell’innovativa carrozzina è frutto di un progetto partito nel 2013 e ora entrato nella fase di sperimentazione clinica, coinvolgendo una decina di persone, che si concluderà il prossimo giugno. «È un modello di biorobotica sociale, applicata alla riabilitazione di persone che hanno subìto un grave infortunio – ha dichiarato Maria Chiara Carrozza, docente di Bioingegneria industriale della Scuola Superiore Sant’Anna -. Un esempio di come la tecnologia possa ridurre alcune disabilità, migliorando la qualità della vita delle persone». Ma è anche la dimostrazione dell’impatto sociale della robotica, permettendo a tante persone, oltre di rimettersi in piedi, di muoversi in autonomia, favorendo il loro reinserimento in ambito sociale e lavorativo.

Camminare seduto o in piedi

«Tutto ciò grazie al lavoro congiunto di medici, ingegneri e fisiatri che hanno pensato allo sviluppo di Rise per un utilizzo sia domestico sia lavorativo – ha spiegato Stefano Mazzoleni, responsabile scientifico e tecnico del progetto -. Rispetto alle attuali carrozzine, infatti, Rise garantisce alle persone con gravi problemi motori un approccio frontale, anziché laterale, alle superfici. In questo modo rende loro più facile accostarsi a una scrivania o a un pc per lavorare».

Rise 1

Il paziente può utilizzare la nuova sedia a rotelle da seduto o in piedi, grazie a una base mobile a 6 ruote e 2 meccanismi laterali che gli permettono di sollevarsi in posizione eretta in modo sicuro. Il tutto attraverso comandi wireless e una connessione Bluetooth. Può essere manovrata anche a distanza, tramite apposita app o comandi vocali, in modo da consentire che anche chi è affetto da gravi problemi motori possa controllarla da lontano.

Idonea per persone con un peso fino a 110 chilogrammi e un’altezza di poco più di 2 metri, è molto manovrabile, grazie a un dispositivo che ne impedisce il ribaltamento.

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