La prestigiosa rivista Scientifics ha scelto un’eccellenza italiana per la sua ultima copertina: un nuovo piccolo robot, progettato per l‘assistenza ospedaliera dal Laboratorio di Biomeccatronica dell’Ircss Neuromed di Pozzilli (Isernia), in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale dell’Università della Calabria, e l’Istituto Politecnico nazionale di Queretaro, in Messico.
In particolare – riferisce una nota Neuromed – la rivista si è concentrata su uno degli aspetti della progettazione, vale a dire il controllo del bilanciamento.
Con le sue sei “zampe” il robot ricorda a prima vista un insetto, ma un’occhiata approfondita rivela che ogni arto inferiore meccanico è dotato di una ruota, cosa che permette alla macchina di combinare diversi tipi di movimento. Le ruote permetteranno di percorrere velocemente pavimenti o vialetti, mentre le “zampe” potranno entrare in azione per superare ostacoli o salire e scendere scale. Avrà, inoltre, una forte autonomia.
“Questo robot – spiega Daniele Cafolla, responsabile del Laboratorio di Biomeccatronica dell’Irccs molisano – sarà capace di avere una visione chiara dell’ambiente in cui si muove, grazie a una serie di sensori e alla sua capacità di elaborazione. Sarà inoltre collegato in Wi-Fi alla rete ospedaliera, cosa che gli permetterà di essere aggiornato sulle informazioni disponibili e di ricevere costantemente istruzioni“.
Sarà un nuovo tipo di interazione tra persone e macchine. “Lo scopo per cui lo stiamo progettando – continua Cafolla – è inizialmente di essere una guida per pazienti e visitatori: un assistente, paziente e preciso che potrà accompagnarli. Ma gli sviluppi andranno anche verso compiti di sorveglianza, con la capacità di monitorare gli ambienti in cui si muove, ad esempio per controllare la possibile comparsa di problemi tecnici in un locale“.
“Le interazioni all’interno degli ospedali – commenta Fabio Sebastiano, Consigliere delegato alla ricerca del Neuromed – subiranno profondi cambiamenti negli anni a venire. La stessa pandemia, ad esempio, ci impone un ripensamento costante degli spazi e della loro organizzazione. In questo scenario – conclude – i robot saranno sempre più protagonisti, affiancando gli esseri umani nel creare un nuovo tipo di fruibilità degli ambienti clinici”.