Nao

Empatia tra uomo e robot: basta non toccare i glutei!

Nao, uno degli umanoidi più conosciuti nel mondo, è stato protagonista di un interessante esperimento condotto da volontari nell’Università di Stanford. La ricerca nata da esso, presentata nei giorni scorsi in Giappone presso l’Associazione Internazionale sulla Comunicazione, dimostra chiaramente che una eccessiva confidenza con un robot può creare situazioni imbarazzanti: soprattutto se l’uomo anche solo come gesto di amicizia tocca gli occhi dell’androide. Certo, nel report viene considerato anche il tocco dei “glutei”… comprensibile il fastidio!

Ecco la ricerca e le sue prerogative descritte in questo video distribuito dal sito Guardian Science and Tech

Nella circostanza Nao è stato programmato per chiedere agli umani coinvolti di toccare diverse componenti del suo mechanix body, tra le quali gli occhi e, per l’appunto i glutei. Naturalmente i dati hanno rivelato che le persone hanno mostrato più imbarazzo nel toccare i punti più “delicati” piuttosto che il gomito o il collo. Secondo i ricercatori sono reazioni “primitive”, a loro volta molto condizionate dalle convenzioni sociali foriere di tabù legate alle parti intime

Il test dimostra, in definitiva, che le persone se si trovano di fronte un androide umanoide hanno reazioni molto basiche e istintive, come se si confrontassero con un loro simile. Spunti preziosi che secondo gli addetti di settore torneranno utili per progettare le future forme di IA: è già acclarato infatti come l’aspetto dei robot sia una delle basi si cui possa essere innescata l’empatia.

Specularmente, l’obiettivo è anche rovesciato: vale a dire arrivare alla creazione di robot in grado di individuare gli stati emotivi della persona con cui si confrontano: realizzare se si sta annoiando l’interlocutore umano oppure se in qualche modo si è troppo invadenti nei suoi riguardi, anche a livello di spazio fisico.

 

 

 

 

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