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I droni dei Muse che rendono spettacolare lo show

Sei date già tutte esaurite al Forum di Assago, da sabato 14 maggio a quello successivo (con il solo giorno di riposo lunedì 16): di per sè già un record questo dei Muse nella storia dei concerti in Italia.

Ma ci occupiamo della celebre band inglese perché il tour mondiale iniziato l’anno scorso (The Drones World Tour), e che appunto toccherà a breve Milano, sta riscuotendo grandi consensi dappertutto anche per l’aspetto scenografico. Caratterizzato da effetti speciali innovativi, da un enorme parco circolare posizionato nel mezzo delle arene e da uno stormo di droni che sovrastano in volo il pubblico permettendo la ripresa di immagini che poi vengono “rimbalzate” sui mega schermi di supporto.

Droni in prevalenza a forma di grande sfera, come possiamo vedere in questo video promozionale che presenta l’intero progetto tecnologico del tour

Il tutto, al di là dell’effetto scenografico, non è casuale dal momento che l’ultimo disco della band del Devon si chiama proprio Drones. L’opera, che nel giro di un anno ha scalato le classifiche di mezzo mondo, è un concept album che secondo quanto affermato dalla banda è incentrato sulla “progressiva disumanizzazione del mondo che vediamo simbolicamente  esemplificata dall’invasione dei droni“.

Una contraddizione innocente nel segno dello spettacolo

Curiosamente, dunque, possiamo dire che mentre tutti i testi di Drones sono caratterizzati da pessimismo e scetticismo verso le innovazioni robotiche, in conclusione Matt Bellamy e soci hanno sfruttato le potenzialità degli APR per rendere più spettacolare il loro show. Una piccola contraddizione, ma molto innocente. Del resto il pubblico sta apprezzando ovunque.

Anche a costo di qualche brivido: nel corso dell’esibizione allo 02 Arena di Londra dello scorso aprile, l’unico UAV non sferico ma rassomigliante a un dirigibile è scappato al controllo del computer da remoto ed è lentamente caduto in mezzo al pubblico. Nessun ferito o incidente particolare, ma solo un grande spavento! Per altro nei giorni successivi per sdrammatizzare i media hanno parlato di “dildrone, perchè dalla forma del dirigibile a quella fallica il passaggio è molto breve…

Detto questo, è probabile che i Muse si siano fatti sentire con l’azienda che ha sviluppato il software per la gestione dei droni: il controllo da remoto non è infatti affidato a un team umano, bensì a un sistema computerizzato e di posizionamento. Meglio perfezionare, altrimenti la band continuerà a coltivare il suo scetticismo verso i velivoli 2.0.

 

 

 

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