Dicesi crowdsourcing, forma di business nel quale un’impresa o un’istituzione affida lo sviluppo di un progetto a un insieme non organizzato e indefinito di persone. Processo che in genere viene favorito dagli strumenti messi a disposizione da internet.
Al crowdsourcing è affidata la NASA per creare il braccio meccanico di Astrobee, il nuovo robot spaziale la cui definitiva configurazione è prevista per il 2017.
L’agenzia spaziale americana ha già ricevuto sul sito dedicato Freelancer.com (specializzato in contest) quasi 1500 prototipi! Un successo di tale portata da fare allungare il bando fino a metà del 2016. Ai creativi del design innovativo la NASA ha chiesto di di dedicarsi alla progettazione dell‘arto robotico, componente considerata cruciale per espletare con efficacia le diverse missioni che gli verranno affidate.
Già in passato l’ente spaziale si era rivolto ai nativi digitali per dare vita ai suoi progetti: tra questi il logo e alcuni elementi di Robonaut 2, l’androide inviato sulla Stazione Spaziale (ISS) nel 2011.
Nella sua configurazione finale Astrobee avrà la forma di un cubo alto un metro (stesso valore per lunghezza e profondità). Tra i compiti di cui sarà investito spiccano il supporto a scienziati e ingegneri dell’ISS nello svolgimento delle attività in assenza di gravità e il contributo all’operatività degli astronauti; oltre a trasferire al personale NASA sulla terra i nuovi strumenti deputati all’osservazione di quanto avviene all’interno della stazione.