Anche i robot hanno il ritmo nel sangue. O, forse in questo caso, è meglio dire che hanno il ritmo nei loro circuiti. Gli scettici possono sempre dare un’occhiata a questo video, dove potranno ammirare la performance di ANYmal, il robot quadrupede sviluppato dai ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (Eht), mentre si cimenta nella danza.
Il robot che riconosce la musica
Beh, forse i cultori della sesta arte avranno qualcosa da ridire: sicuramente ci vorrà del tempo prima che una macchina possa conquistarci con la grazia e il virtuosismo di Rudolf Nureyev, di Vaslav Nijinsky, di Michail Baryšnikov o, per restare più ai giorni nostri, di Roberto Bolle, ma si tratta comunque di una prova straordinaria. E per tutta una serie di ragioni. Innanzitutto, perché ballare è un’attività ad alta intensità di movimento, e pertanto risulta molto complessa da imitare.
Poi, perché ANYmal, a differenza di altri robot o dei numerosi giocattoli ai quali siamo abituati, non si limita a eseguire una serie di movimenti preimpostati, ma balla davvero. Il robot, cioè, reagisce alla musica che sente in tempo reale, adattandovi i suoi “passi di danza”. Un’operazione apparentemente banale, ma che non lo è affatto, senza considerare che la stessa cosa, ovvero che ballare non è proprio facilissimo, si potrebbe dire anche per molti umani.
Pianificare e sincronizzare i movimenti
Un’operazione che sottintende una serie di capacità. Per ballare, infatti, ANYmal deve analizzare la velocità della musica, pianificare come potrebbe muoversi secondo il tempo della canzone, iniziare a ballare e, quindi, controllare i propri movimenti per verificare se siano sincronizzati al ritmo ed eventualmente compensare i ritardi.
«Volevamo arrivare a un simile risultato – ha commentato su The Verge – Péter Fankhauser, uno dei ricercatori del Politecnico che si sta occupando del progetto -. Se portate il robot in discoteca, è in grado di capire la musica, creare una coreografia e sincronizzarne il movimento. Siamo anche interessati a far sì che il robot sia in grado di ricreare movimenti realistici, molto simili a quelli di noi umani, quindi con un livello di difficoltà davvero estremo per una macchina».
Nuove prospettive di ricerca
Al di là dell’aspetto ludico, il lavoro condotto dagli studiosi svizzeri ricercatori svizzeri ha un obiettivo scientifico rilevante, ha un potenziale di ricerca rilevante, non finalizzato solo a garantire un futuro nelle sale dal ballo alla loro creatura.
Il meccanismo con il quale il robot analizza i propri movimenti per verificare che stia danzando in sincronia con il ritmo della musica è un ciclo basato su feedback. Un processo interno che Fankhauser paragona a quello che un normale essere umano mette in atto quando immagina come portare a termine un compito. Un’abilità che se affinata potrebbe essere utilizzata dal robot per controllare le sue azioni ad esempio quando mappa un ambiente o quando è impiegato in missioni di ricerca e soccorso. Insomma, come per gli umani, anche con le macchine attraverso il gioco si possono imparare o sviluppare nuove abilità, oltre a rendere il lavoro dei ricercatori più divertente.