Si è spento all’età di 88 anni Marvin Minsky, il cui contributo di frontiera alle discipline IT più avanzate lo ha portato ad essere riconosciuto nella comunità scientifica mondiale tra i maggiori esperti di intelligenza artificiale. Il MIT di Boston, dove per anni ha diretto il Media Lab, crogiolo di idee e invenzioni a limite del fantascientifico, era la sua seconda casa, le scienze informatiche la sua ragione di vita, l’intelligenza artificiale la sua accanita passione.
Nato a New York il 9 agosto del 1927, Marvin Minsky compie i suoi studi prima alla Fieldston School, quindi al Bronx High School of Science. Successivamente si trasferisce in Massachusset e, dopo aver prestato servizio tra il 1944 e il 1945 sotto l’egida della marina militare statunitense, Minsky ottiene la laurea in matematica ad Harvard (1950) e il dottorato a Princeton (1954).
Il rigore scientifico di Marvin Minsky
Membro dell’Accademia Nazionale di Ingegneria Statunitense e dell’Accademia delle Scienze, Marvin Minsky nel 1969, l’anno della grande avventura che vedrà l’uomo sbarcare sulla luna, vince il premio Turing. Proprio da Alan Turing Minsky, ancora in giovane età, prenderà spunto per approfondire una serie di studi che lo porteranno, in maniera sempre più concreta, a delineare quella che di lì a poco prenderà forma compiuta come nuova disciplina in ambito di computazione e comunicazione: l’intelligenza artificiale.
La sua formazione matematica lo porta spesso all’intransigenza scientifica estrema, tanto che è proprio in quel periodo, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, che Minsky – insieme a A. Papert – scrive un trattato dal titolo Perceptroni, pietra miliare nel campo delle reti di calcolo neurali e dell’approccio scientifico che ne consegue. Il libro, con il suo approccio molto critico verso la ricerca che non fa del rigore il proprio perno cardine, sarà ben presto fonte di aspri dibattiti, ma darà un contributo fondamentale a tutti gli scienziati che negli anni a venire si cimenteranno con la materia delle reti neurali e dell’intelligenza artificiale.
Dal primo dispositivo “wearable” a 2001 Odissea nello spazio
Marvin Minsky non fu solamente un matematico e uno studioso delle discipline informatiche computazionali. Tra le sue realizzazioni ricordiamo il primo dispositivo “wearable” mai realizzato al mondo, un display grafico da indossare del 1963, il microscopio con focale a scansione, antesignano di quello con focale a scansione laser, e il linguaggio di programmazione Logo. Negli anni ’50 Minsky si cimentò inoltre anche con la ricerca applicata, costruendo SNARC (Stochastic Neural Analog Reinforcement Calculator), il primo sistema elettronico di apprendimento basato su schemi a rete neurale.
L’ecletticità di Minsky lo porta nella seconda metà degli anni ’60 a fare da consulente a Stanley Kubrick per il film 2001 Odissea nello spazio, capolavoro del grande schermo che uscirà nel 1968 dopo quattro anni di lavorazione e oltre 10 milioni di dollari di spesa, di cui ben sei per i sorprendenti effetti speciali. Un giorno, disquisendo con Kubrick sullo stato dell’arte della computer grafica e l’evoluzione che l’informatica avrebbe registrato negli anni a venire, ebbe a predire che nel 2001 i computer sarebbero stati in grado di dialogare in maniera articolata e con un approccio linguistico simile a quello dell’uomo, benché impossibilitati fino in fondo a ragionare come lui.
Un’emorragia cerebrale lo ha portato via il 24 gennaio 2016. Tanto è vissuto per riuscire a vedere che non si sbagliava.