Molto piccoli, leggeri, in grado di effettuare una missione e tornare al sicuro. È l’identikit dei nuovi mini droni che dovrebbero completare l’equipaggiamento dei soldati americani entro il 2018.
Dopo i grandi velivoli senza pilota, dunque, l’esercito Usa punta su piccoli dispositivi da utilizzare in missioni di ricognizione sul campo, quelli che le gerarchie e gli strateghi militari hanno chiamato Soldier borne sensors.
A questo progetto si sta lavorando al Maneuver Center of Excellence di Fort Benning, in Georgia, sede della scuola della fanteria dell’esercito, che ha messo a punto la lista dei requisiti che mini droni devono soddisfare, avviando un’indagine presso le industrie del settore.
Lo scopo, appunto, è fare in modo che i soldati sul campo possano avere un quadro più preciso e dettagliato possibile in merito a ciò che li circonda quando sono in azione. Da questo punto di vista un notevole contributo viene già offerto dai Gray Eagle e dai Shadow, i grandi droni che supportano la fanteria. Tuttavia la richiesta dei militari è di poter disporre di dispositivi più piccoli, “tascabili”, da poter schierare in brevissimo tempo per ispezionare in modo dettagliato un’area ristretta, per sapere ad esempio cosa li aspetta dietro una collina, dietro l’angolo di un palazzo, senza esporsi al fuoco del nemico.
Il precedente: i mini droni Black Hornet
Il concetto, in realtà, non rappresenta una novità assoluta. Le forze armate britanniche, ma anche quelle norvegesi, ad esempio, già dal 2012 utilizzano i PD-100 Black Hornet (quelli che vedete nelle foto di questo articolo) dal 2012 nelle loro missioni in Afghanistan. Si tratta di mini droni spia del peso di circa 16 grammi che stanno sul palmo di una mano, prodotti dalla casa norvegese Prox Dynamix. Possono volare per 25 minuti a una velocità di 18 km/h, fino a 1600 metri di distanza, registrando filmati e scattando foto molto dettagliate.
Tali dispositivi sono stati provati anche dalla fanteria Usa, la scorsa primavera, in una serie di esercitazioni sempre a Fort Benning, con ottimi risultati. Il problema, però, è che vengono praticamente realizzati a mano e pertanto hanno un costo molto elevato. Da qui la necessità di soluzioni alternative, meno costose e anche più efficaci.
La lista dei requisiti
Gli esperti Usa, dal punto di vista della funzionalità, hanno le idee ben chiare. I mini droni dovranno avere un peso di massimo 150 grammi e con dimensioni tali da stare nella tasca della divisa, per evitare di gravare ulteriormente i soldati di peso e ingombro.
Devono essere schierabili in meno di 60 secondi e avere un’autonomia di almeno 15 minuti, in modo da restare in aria il tempo sufficiente per acquisire le informazioni necessarie e, possibilmente, tornare dal loro operatore.
I mini droni dovranno essere dotati di camera capace di rilevare oggetti dalle dimensioni di un uomo e fornire un feed back all’operatore con almeno il 90% di probabilità di certezza. Sebbene tali dispositivi non verrebbero utilizzati in condizione climatiche difficili, dovrebbero però resistere a velocità del vento di 10-15 nodi ed essere manovrabili fino a una distanza di 1.500 metri.