L’annuncio è stato dato ieri in Giappone e ha fatto rapidamente il giro del mondo: entro due anni la terra del Sol Levante vedrà in piena attività la prima fattoria con robot al lavoro! Protagonista la società Spread, con sede a Kyoto, che in un incontro con la stampa ha spiegato che in questo periodo conta di ultimare la costruzione di una struttura agricola robotizzata. Da far sorgere nei pressi della città di Kizugawa, e specializzata, in particolare, nella coltivazione indoor di lattuga.
Nelle intenzioni della società gli androidi si occuperanno di tutti gli aspetti della coltivazione tranne che dell’impianto dei semi, che verrà invece portato avanti dagli umani. “La semina verrà sviluppata da addetti umani – ha affermato un portavoce della società durante l’incontro – mentre il resto del processo vedrà gli automi in prima fila, incluso il raccolto“. Sottolineato anche l’aspetto virtuoso in tema di costi e rispetto per l’ambiente: veranno infatti ridotti i costi del personale di oltre il 50%; quelli inerenti l’energia di almeno un terzo rispetto allo status odierno. Per altro, la quasi totale assenza di contatto umano dovrebbe far diminuire il rischio di contaminazione del raccolto.
Un Dream Team di robot con diverse mansioni?
Nella struttura si coltiveranno giornalmente circa 30 mila cespi di lattuga in speciali scaffali multipiano. Il passo fondamentale da fare riguarda la tipologia degli androidi preposti.
Al momento sono disponibile sul mercato alcuni robot specializzati per il settore agricolo: tra questi si ricordano il drone Agribotix Hornet con sensori all’infrarosso che misurano lo stato del raccolto; il trattore ‘super-smart’ Grizzly, i prototipi studiati per il raccolto (Agrobot SW6010), e i “potatori di precisione” come Vision Robotics. Si potrebbe pensare anche a un Robot Dream Team! Soluzione tutt’altro che irreale…
La fattoria della Spread è la prima a tentare la via della completa automazione. Oltretutto all’insegna della sostenibilità ambientale. La struttura di Kizugawa riciclerà infatti il 98% dell’acqua impiegata per la coltivazione, e utilizzerà controlli computerizzati preposti al monitoraggio di illuminazione, temperatura, umidità e livelli di CO2.