Occhi, reni, fegato, valvole, ossa, e nervi vari sono gli organi che potranno essere stampati con le moderne tecnologie in 3D e usati, in un futuro prossimo, per colmare la carenza di organi per i trapianti. È una delle più avanzate tecniche di medicina rigenerativa che al posto di plastiche e polimeri usa cellule umane per riprodurre organi e tessuti.
E la nuova frontiera della biotecnologia legata all’uso di strumenti e materiali innovativi ha rappresentato il tema centrale degli incontri organizzati dalla Miami Scientific Italian Community (MSIC) presso l’University of Miami-Miller School of Medicine con l’obbiettivo di promuovere negli Stati Uniti uno studio realizzato dal Prof. Paolo Di Nardo dell’Università di Tor Vergata. Lo studio è focalizzato sulle tecnologie più innovative per la terapia rigenerativa degli organi, come i materiali biocompatibili e tessuti per trapianti ottenuti con stampanti 3D.
Si tratta di ricerche scientifiche particolarmente importanti, considerando le tante criticità in campo sanitario e sociale caratterizzate dal progressivo aumento di pazienti affetti da malattie degenerative, dal costo elevato dei trapianti, dall’endemica carenza di donatori e dal possibile rigetto degli organi trapiantati.
Italia eccellenza di settore e le sperimentazioni giapponesi
“In Italia – ha commentato Fabio De Furia, Vice Pres. Esecutivo della Miami Scientific Italian Community e Pres. Consorzio Roma Ricerche – le università, i laboratori scientifici e i centri di ricerca sanno esprimere delle eccellenze incredibili nel campo della ricerca indirizzata alle nuove frontiere della medicina. Il successo nel campo della ricerca è sempre il risultato di un lavoro di squadra che vede impegnati tanti attori come i ricercatori, le università, le istituzioni e i centri di ricerca che, tutti insieme collaborano per raggiungere un obiettivo ambizioso. La MSIC come aggregatore della comunità scientifica italiana in Florida, è orgogliosa di poter introdurre e promuovere un così importante lavoro di ricerca italiano all’interno di un network prestigioso come le istituzioni scientifiche americane, rafforzando ulteriormente quel processo di cooperazione e collaborazione Italia-USA tra le istituzioni accademiche e scientifiche”.
Più in generale, nel mondo, al momento organi e tessuti stampati in 3D sono utilizzati a scopo soprattutto educativo: al Jikei University Hospital di Tokio, per esempio, hanno introdotto un programma per studenti che utilizza reni iperrealistici prodotti dalla Fasotec, azienda giapponese di engineering: organi “umidi”, che si comportano come quelli reali in termini di consistenza e in grado di sanguinare, per rendere la simulazione di un intervento il più aderente possibile alla realtà. Non solo: gli ingegneri giapponesi hanno creato organi malati, in cui sono inseriti dei tumori, in modo che lo studente impari le più raffinate tecniche di asportazione chirurgica in quello che chiamano biotexture training system.