L’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) pensa al futuro di iCub, il robottino creato dall’ente sotto la guida dell’ingegnere robotico Giorgio Metta. iCub, universalmente conosciuto come il robot capace di crescere e imparare come farebbe un bambino, è attualmente l’esempio più avanzato dell’applicazione delle capacità di apprendimento nel campo dell’Intelligenza artificiale e della robotica umanoide (il cosiddetto Deep Learning).
Così Silvio Traversaro, ingegnere in robotica e studente di dottorato dell’IIT di Genova: “Siamo una piattaforma di sviluppo per la robotica umanoide a livello europeo. Lavoriamo con ICub, un prototipo di ricerca, per arrivare nel giro di dieci-quindici anni a un robot che possa essere un compagno nella vita degli esseri umani per aiutarli in casa, capendo le loro esigenze e adattandosi in modo automatico”.
Un aiuto nella vita quotidiana, a 360 gradi
“iCub – prosegue Traversaro – ha le dimensioni di un bambino di 3-4 anni e ha una caratteristica unica: è uno dei pochi robot al mondo dotato di una pelle che copre la parte superiore del corpo e delle gambe. La pelle è stata sviluppata all’IIT e permette attraverso sensori di sentire la forza mentre il robot esegue delle operazioni e interagisce con gli esseri rendendo sicuri i suoi gesti verso gli esseri umani. Quello che immaginiamo per ICub è che arrivi a essere in grado di essere d’aiuto nella vita quotidiana, riuscendo ad esempio a caricare la lavastoviglie, a passare l’aspirapolvere o rifare il letto”.
iCub è molto più di un semplice robot, si avvicina molto all’essere umano ed è in grado di riconosce, camminare, parlare e provare emozioni. Tutto questo è possibile grazie agli occhi costituiti da due telecamere che consentono una visione stereoscopica, alle orecchie caratterizzate da microfoni standard e alla bocca dotata di un sintetizzatore vocale. Ma l’aspetto più interessante riguarda il cervello costruito da due parti, una interna nella quale sono presenti venti processori che controllano i movimenti di iCub, più altri 20 che raccolgono i dati sensoriali che arrivano dalla pelle. La seconda parte del cervello è esterna e in essa troviamo trenta potenti processori, connessi a internet, che elaborano le immagini riprese dalle telecamere, le integrano agli altri dati sensoriali ed elaborano i sistemi di controllo, quindi vanno a determinare il comportamento del robot. Un’altra qualità esclusiva di iCub è la pelle, costituita da ben 5 mila sensori capacitivi simili a quelli che troviamo sui display di smartphone e tablet.