“Stiamo sviluppando tecnologie di ‘apprendimento automatico’ che permettano a qualsiasi robot di muoversi in autonomia ed interagire con oggetti e persone, anche in ambienti sconosciuti, di cui non si conosce la loro disposizione“, ha spiegato il giovane ricercatore.
Che ha aggiunto: “Contrariamente ai metodi classici di navigazione, che necessitano della planimetria per muoversi all’interno dell’edificio, i nostri algoritmi lavorano a livello cognitivo, permettendo a Sanbot di ‘comprendere’ la geometria dell’ambiente e il tipo di interazione che può esistere con gli elementi al suo interno, il tutto a partire da immagini scattate in prima persona. È un approccio che si ispira al funzionamento della mente umana, più simile a come noi uomini percepiamo il mondo che ci circonda e a come interagiamo con esso.”
Rosano ha poi evidenziato che le applicazioni di questa tecnologia sono innumerevoli: “In ambito industriale stiamo osservando come i “robot-montacarichi” usati negli impianti di logistica possano assistere l’uomo durante le operazioni più faticose e rischiose, trasportando in autonomia grossi carichi tra gli scaffali. In ambito domestico i robot aspirapolvere ci aiutano con la manutenzione delle nostre abitazioni e con il maturare della tecnologia potremo presto vedere, ad esempio, robot in grado di assistere i più anziani, che hanno bisogno di attenzioni costanti“.