“La fantasia al potere”: lo slogan del Sessantotto prende piede anche presso i robot. Macchine in grado di eseguire ordini impartiti dagli uomini, hanno una vena creativa che può esprimersi al meglio se ben addestrata e stimolata. Come per gli umani il campo privilegiato per mostrare queste doti è il mondo dell’arte. Più nello specifico la musica. Ed è proprio nella attività musicali che sta dando prova di tutto il suo estro Shimon, un robot capace di suonare e di comporre la propria musica.
Sviluppato da Gil Weinberg, direttore del Georgia Tech’s center for music technology, nel laboratorio del Georgia Institute of Technology di Atlanta (Stati Uniti), il robot è dotato di quattro braccia e di otto bastoni che utilizza per comporre ed eseguire con la marimba le sue creazioni, che crea grazie all’intelligenza artificiale e al deep learning
Tanto ascolto
A tali risultati Shimon è arrivato, ovviamente, dopo anni di studio. Anni, ben sette, durante i quali il robot è stato alimentato dai ricercatori con circa 5.000 intere canzoni e oltre 2 milioni di motivi, riff e lick musicali. Un repertorio vasto e completo che spazia dalla musica classica al jazz, al pop, con opere dei più diversi autori di tutti i tempi, da Beethoven ai Beatles a Lady Gaga a Miles Davis. Un repertorio che gli ha permesso di apprendere l’arte della musica e che oggi gli consente di comporre e suonare senza alcun intervento umano: basta dargli le prime quattro misure o un accenno di qualche nota come punto di partenza e il robot procede in totale autonomia. Ecco un video che offre un saggio della sua arte
Un vero musicista
Al suo fianco in questa avventura Mason Bretan, che questa estate otterrà il diploma di dottorato in tecnologia musicale alla Georgia Tech, che può essere considerato il “maestro” di Shimon. È lui che ha lavorato con il robot, facendogli ascoltare la musica interpretata dagli esseri umani e permettendogli di crescere musicalmente, passando dalle prime improvvisazioni basate su accordi pre-composti alla composizione in completa autonomia delle melodie e delle strutture armoniche dei suoi pezzi.
«Quando Shimon apprende le quattro misure che gli forniamo, crea una propria sequenza di concetti musicali e compone il suo brano», spiega Bretan, che ha potuto seguire quotidianamente i progressi del suo allievo ed è rimasto particolarmente affascinato dal fatto che il robot stia imparando sempre più a “pensare” come un musicista umano. «Quando suoniamo o ascoltiamo la musica, non pensiamo alla nota successiva – continua Bretan -. Un artista ha una visione d’insieme del pezzo. Shimon sta ora raggiungendo una semantica musicale di alto livello. Piuttosto che pensare nota per nota, ha un’idea più grande di quello che vuole suonare nel suo complesso». «Si tratta di un salto nella qualità musicale di Shimon perché utilizza profonde conoscenze per creare una composizione più strutturata e coerente – aggiunge il professor Weinberg -. Vogliamo esplorare se i robot possano diventare musicalmente creativi e generare nuove musiche che noi umani potremmo trovare belle e ispirate».
Ad Austen l’esordio dal vivo
Altro aspetto interessante è l’originalità delle composizioni. Bretan confessa che nella musica di Shimon non riesce a individuare singoli pezzi dei vari autori che ha ascoltato. Si possono riconoscere influenze di impostazione riferti a stili e artisti, come la progressione dell’ordine tipico della musica classica e i movimenti cromatici che si sentono nel jazz, ma non somme di segmenti di composizioni varie. Insomma, Shimon è sulla buona strada. Il suo esordio come compositore solista lo ha fatto in un video presentato al concorso Consumer show elettronico (Ces) di Las Vegas, all’inizio dell’anno, ora è il momento della sua prima performace dal vivo: l’appuntamento è all’Aspen Ideas Festival, in programma dal 22 giugno al primo luglio ad Aspen, in Colorado.