Il bullismo tra adolescenti non distingue tra esseri umani e androidi! Questa è la triste conclusione cui sono arrivati i ricercatori dell’Università di Osaka in Giappone (dipartimento ATR Intelligent Robotics and Communication Laboratories).
Il test è stato fatto grazie all’utilizzo di Robovie 2, androide sviluppato per aiutare le persone a fare spesa, all’interno di un centro commerciale. Il team, studiando il comportamento in mezzo alla folla, ha potuto svelare un “sentiment” assai preoccupante: i bambini non sanno ancora relazionarsi con i robot. Un video pubblicato su YouTube, che riassume in due minuti una giornata tipo di Robovie 2, mostra diverse azioni violente condotte dai più piccoli ai danni dell’automa: tra spinte, calci e offese varie, ci si trova dinanzi a vere scene di bullismo, in forme molto simili a quelle vissute tra gli esseri umani.
L’algoritmo anti-bullismo
La necessità di formare maggiormente le nuove generazioni su ciò che i robot rappresenteranno per il nostro futuro, ha spinto gli studiosi a realizzare un algoritmo “anti-abuso”, applicabile agli automi ma che potrebbe tornare utile anche all’uomo. Quello che viene insegnato alle macchine è di valutare la probabilità di una minaccia quando è ancora possibile scappare o allontanarsi dalla scena.
Se Robovie 2 percepisce la presenza di bambini intuisce che le possibilità di abuso crescono e quindi cambia direzione verso zone più affollate dove ci sono persone adulte, con l’auspicio che la loro presenza possa prevenire azioni violente.
La soluzione rappresenta per ora una collaudata chance per la tutela dei robot. Come spiegano dal Giappone, un paese che prevede nei prossimi anni l’avvento di numerosi social robot deve mettere in atto tutte le precauzioni possibili per salvaguardare i nuovi supporti figli dell’Intelligenza Artificiale.