Simili a coccodrilli e lucertole sia nell’aspetto sia nei movimenti. Sono i robot sviluppati dai ricercatori dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne e protagonisti di un esperimento sul campo svolto in collaborazione con la Bbc: riprendere gli animali selvatici nel loro ambiente reale.
L’idea di utilizzare robot che somigliassero in tutto e per tutto agli animali da filmare è venuta ai dirigenti del network britannico quando hanno visto le immagini di Pleurobot, il robot salamandra messo a punto lo scorso anno dagli scienziati del Politecnico svizzero. Colpiti dalla naturalezza con il quale questo robot, dotato di struttura ossea stampata in 3D, è in grado di camminare, strisciare e nuotare esattamente come una salamandra, hanno chiesto ai ricercatori di replicare il lavoro e realizzare un coccodrillo adulto e una lucertola per il loro programma Spy in the Wild.
Non semplici spie
Dotati di telecamere al posto degli occhi, questi robot rettili agiscono praticamente da spie, osservando e filmando il comportamento degli animali reali nel loro naturale ambiente di vita. Non delle semplici spie, però. Per i ricercatori del Biorobot Lab dell’Epfl, infatti, i robot rettili svolgono una funzione molto rilevante: rappresentano uno strumento fondamentale per lo studio della locomozione animale e della sua biomeccanica. In pratica, i dati raccolti sul campo vengono utilizzati dagli scienziati per progettare innovativi design di robot e questi a loro volta costituiscono un modello per acquisire nuove conoscenze sulla biologia degli animali. Ecco la loro presentazione in questo video
La prova sul campo
La progettazione dei robot rettili ha richiesto un lungo studio sul comportamento di coccodrilli e lucertole in modo da riprodurne perfettamente i movimenti. I robot sviluppati imitano in tutto gli animali originali: le articolazioni, grazie all’uso di motori, le ossa, realizzate in alluminio e fibra di carbonio, e la stessa pelle, riprodotta con un rivestimento impermeabile in lattice. I robot rettili sono poi dotati di un piccolo computer collegato ai ben 24 motori necessari per far muovere i rettili, che può essere gestito da remoto, fin da 500 metri di distanza.
Per testare l’efficacia di questi dispositivi, i robot rettili sono stati messi alla prova nell’ambiente reale, quello Parco nazionale delle Cascate Murchison, in Uganda, un terreno umido, fangoso e polveroso, dove si raggiungono anche temperature piuttosto elevate, perfetto per verificarne la robustezza.
Una prova brillantemente superata dai robot rettili, che potrebbero avare anche un importante futuro nelle attività di ricerca e soccorso, venendo utilizzati per interventi in situazioni di emergenza, come dopo un terremoto, per individuare e forse anche prestare soccorso alla vittime.