Il robot origami da ingoiare come una pillola

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, cantava Mary Poppins. Be’, pare proprio che la celeberrima canzone vada aggiornata, perché in futuro a scopo curativo manderemo giù i robot. A questo progetto stanno lavorando i ricercatori del Csail (Computer science and artificial intelligence laboratory) del Mit di Boston che, in collaborazione con l’University of Sheffield (Regno Unito) e il Tokyo Institute of Technology, stanno sviluppando un piccolo robot origami ingeribile che sarà in grado di somministrare farmaci, rimuovere dall’intestino e dallo stomaco piccoli oggetti ingeriti accidentalmente o curare ferite interne.

Il progetto verrà presentato alla Conferenza internazionale sulla robotica e automazione (Ieee) che ha aperto oggi i battenti a Stoccolma e che prosegue fino al 21 maggio. In questo video potete vedere come funziona.

Andando più nello specifico, il robot appartiene alla classe di robot origami, che cioè si richiudono e si piegano proprio come le opere d’arte giapponesi realizzate piegando la carta. In questo caso si tratta di un robot di forma rettangolare, con le pieghe a “fisarmonica” lungo il suo asse. Dovendo operare all’interno del corpo umano, il robot origami è stato costituito da un involucro esterno biodegradabile che, una volta ingerito, si apre, e da un piccolo magnete che permette di controllarlo dall’esterno.

Un progetto in divenire

Il robot si muove spingendosi con un movimento chiamato “stick-slip”: in pratica, le sue estremità dotate di micro pinze si fissano alla superficie sfruttandone l’attrito, per poi scivolare quando il suo corpo si flette. Poiché lo stomaco è ricco di liquidi, per muoversi il robot sfrutta anche la spinta propulsiva garantitagli dal suo design, sviluppato dai ricercatori tenendo presente il funzionamento e le caratteristiche della pinna dei pesci. Le forze applicate al robot per sono principalmente rotazionali. Una rotazione rapida lo fa girare sul posto, mentre una rotazione lenta permette di farlo ruotare attorno a uno dei suoi piedini fissi.

Negli esperimenti compiuti finora il robot utilizza il magnete anche per prendere la batteria a bottone, applicazione sulla quale al momento si sono concentrati gli sforzi dei ricercatori in questo progetto tutto in divenire. Del resto, secondo una ricerca, solo negli Usa sono circa 3.500 le batterie a bottone che vengono ingerite accidentalmente. Piccole, queste batterie sono molto pericolose, perché il contatto prolungato con le pareti dello stomaco o dell’esofago può causare gravi danni ai tessuti di questi organi.

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