Ekso

Robot bionico per arti paralizzati

Arriva da una delle eccellenze ospedaliere del Veneto una importante notizia per quei pazienti che a causa di traumi o patologie neurodegenerative sono costretti su una sedia a rotelle: grazie a un altro fondamentale step della ricerca robotica sarà possibile, sia pure gradualmente, tornare a camminare. Presso l’Ospedale Riabilitativo ad Alta Specializzazione di Motta di Livenza (Treviso) è infatti da pochi giorni a disposizione dei pazienti un esoscheletro bionico di ultima generazione: Ekso, moderno gioiello della tecnologia nel campo della riabilitazione degli arti inferiori, prodotto dalla californiana Ekso Bionics.

Si tratta di un sistema robotizzato indossabile da pazienti che hanno subito lesioni del midollo, ictus o lesioni cerebrali, e che permette di deambulare e di reimparare a camminare. A sostituire la funzione neuromuscolare persa sono quattro motori collegati ad un computer. Quello trevigiano è il primo Ekso collaudato in Triveneto, mentre nel resto d’Italia se ne contanto pochi altri in centri specializzati. Il robot non è stato acquistato ma preso a nolo: costa circa 4 mila euro al mese.

esko-bionics-oneI movimenti delle gambe stimolate da sedici sensori

Il controllo di Ekso avviene attraverso sensori di forza e di movimento. L’esoscheletro adotta un’interfaccia uomo-macchina basata sulla gestualità che, sfruttando i sensori, osserva i gesti compiuti per determinare le intenzioni ed agi re conseguentemente: sedici sensori collegati al corpo del paziente permettono al robot di trasformare le sue intenzioni in movimenti delle gambe. Il suo peso è di 23 kg, e può percorrere una velocità massima di 1.6 km/h (la durate della batteria è di oltre 6 ore). Cammina in linea retta, si alza da una posizione seduta, rimane alzato per un lungo periodo di tempo e si siede da una posizione alzata. Ekso può essere utilizzato, con stampelle, da persone che possono spostarsi autonomamente da una sedia a rotelle ad una sedia e hanno un’altezza tra 1.50 e 1.90 m. e un peso non superiore a 100 kg.

 

«All’Ospedale di Motta – ha detto l’amministratore delegato dell’ospedale riabilitativo Francesco Rizzardovengono assistiti pazienti con gravi traumi alla testa, emorragie cerebrali, anossie cerebrali, lesioni del midollo spinale, ictus recenti e altre disabilità di origine neurologica, come ad esempio la sclerosi multipla. Alla base di ogni percorso c’è un team composto da professionisti con diverse competenze che elabora un progetto individuale, ovvero modellato sulle necessità di ciascuna persona, nella realizzazione del quale l’assistito e la sua famiglia sono coinvolti attivamente con lo scopo di ripristinare la stabilità clinica, recuperare l’autonomia nelle attività quotidiane, favorire il reinserimento e la partecipazione sociale».

L’esoscheletro Ekso è un robot nato per esigenze belliche e adattato, con modifiche ingegneristiche, a funzioni di riabilitazione motoria per le persone con questo tipo di problemi.

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