Un robot-sonda controllato da remoto (dal pianeta Terra) è la carta che la Cina vuole giocarsi tra il 2018 e il 2020 per mettere finalmente piede su Marte. L’annuncio è stato dato in una conferenza stampa dal direttore dell’amministrazione spaziale cinese. Incontro dove è stato correttamente ricordato il ritardo della Cina nei confronti di chi sul Pianeta Rosso ci è già arrivato: Stati Uniti, Russia e India (con diversi gradi di obiettivi raggiunti o ancora nel mirino). Per non dire che il primo tentativo cinese di inviarvi un satellite, nel 2011, si rivelò fallimentare.
“L’obiettivo – ha affermato Xu Dazhe – è quello di entrare nell’orbita di Marte con la sonda robotica Chang’e-4. Controllata da remoto potrebbe studiare l’atmosfera, l’ambiente, il suolo del pianeta e individuare la presenza di tracce d’acqua. In una sola missione vorremmo far allunare la sonda e utilizzare il robot in essa ospitato. Se l’esito della missione sarà positivo per la Cina sarà arrivato il momento dell’avvio di una esplorazione spaziale a 360 gradi“.
Naturalmente l’approdo su Marte, fortemente voluto dalle autorità militari, è percepito nella Repubblica Popolare come l’emblema di una rinnovata potenza. Ma si tratterà inevitabilmente anche di un test probante relativo a come in Cina gli sviluppatori della robotica stanno lavorando. Non solo folklore con i robot camerieri o la sensuale androide (di cui vi abbiamo dato notizia qui su Robotica.news), ma anche idee per configurazioni smart al servizio di obiettivi seri.