È già famosa, classe 2010, alta 1 metro e 70, pesa 27 chili, e può essere personalizzata a seconda dei gusti: diventando, bionda, mora, bianca o di colore. Roxxxy è un “oggetto” a metà tra la bambola gonfiabile e un robot, che secondo la pubblicistica del suo creatore – la società americana TrueCompanion – “riuscirebbe a soddisfare non solo i bisogni ‘primari’ dei suoi possessori, ma fare anche loro compagnia“. Una sorta di badante 2.0, e alla “modica” cifra di 6.000 euro per esemplare. La notizia di oggi, riportata dal tabloid The Sun, riguarda la polemica nata in Inghilterra per l’arrivo del robot sul mercato nazionale entro la fine dell’anno.
Stereotipi sessisti… ma migliaia di ordinazioni
Nel Regno Unito è nata così una campagna contro Roxxxy, ma in generale contro lo sviluppo di robot che possano essere usati per fare sesso. Il promotore della campagna ha respinto in maniera decisa l’idea di questo tipo di robot, definendo la situazione “allarmante”. La critica mossa è che rafforzano lo stereotipo femminile e mandano il messaggio secondo cui una relazione deve essere esclusivamente fisica.
L’azienda risponde alle valutazioni negative con una prova pratica, un dato di fatto (anche in virtù del prezzo molto elevato). Recita la nota diffusa: “Prima ancora del lancio abbiamo ricevuto migliaia di pre-ordini, Roxxxy è una necessità dei clienti. L’intenzione non è rimpiazzare moglie o fidanzata, ma il nostro prodotto si rivolge a chi non ha una relazione o ha perso la propria sposa. Inoltre sono sempre più persone che hanno difficoltà a relazionarsi e questo permette di riempire un vuoto“.