Un exoskeleton che consente alle persone affette da disturbi del movimento di camminare aumentando la propria forza; una start up innovativa a vocazione sociale “con l’obiettivo di ridurre le barriere di comunicazione nel mondo della telefonia”. E ancora: servizi di comunicazione che consentono alle persone sorde di effettuare normali telefonate utilizzando le tecnologie di riconoscimento e sintesi vocali. Sono queste alcune delle idee e soluzioni di imprese presentate in occasione del workshop ‘Tecnologie abilitanti per l’inclusione sociale’, tenutosi all’Ara Pacis di Roma lo scorso 24 settembre. Evento organizzato da Lazio Innova, società in house della Regione Lazio che opera nella progettazione e gestione di azioni per il sostegno all’innovazione, con il coordinamento scientifico del Consorzio Roma Ricerche.
La robotica è stata protagonista del workshop con una dimostrazione delle funzionalità dell’esoscheletro Phoenix, realizzato dalla MES, società italiana attiva nei settori della meccanica, dell’elettronica, dell’optronica e dei servomeccanismi.
Ecco il suggestivo video sulla dimostrazione realizzato dall’agenzia di stampa DIRE
Leggero, flessibile e facile da indossare
L’esoscheletro Phoenix, che sarà lanciato sul mercato a dicembre, pesa appena dodici chili perché costruito in fibra di carbonio; è flessibile, facile da indossare e il suo costo si aggirerà intorno ai 25.000 euro. La progettazione nasce dalla collaborazione della MES con l’Università di Camerino e l’Università della California. Tra le tante particolarità dell’esoscheletro ci sono la modularità, la facilità di maneggevolezza, la semplicità di vestibilità da parte del paziente; ha un’autonomia di cammino di quattro ore continuative, grazie a potenti batterie al litio.
Phoenix rappresenta una grande innovazione per quel mezzo milione di italiani che convive con gravi problemi di mobilità (tetraplegie, paraplegie, esiti di ictus, traumi).
«I pazienti, moltissimi dei quali giovani, lamentano la mancanza di strutture come le Unità spinali e di nuove scoperte che permettano loro di riacquistare l’indipendenza. – ha affermato a margine del workshop Lorenzo di Santo, responsabile di Phoenix per la MES – Questo apparato biomedicale è disegnato per ‘vestire’ la persona disabile e renderla autonoma nel cammino e pensiamo che nel tempo soppianterà la stessa fisioterapia, difatti importanti studi scientifici dimostrano che il device, consentendo al paziente di stare in piedi per diverse ore, favorisce la ripresa delle fibre nervose spinali residue che, stimolate, vicariano la funzione di quelle morte».