La robotica di Heaxel per la riabilitazione post ictus da casa

È entrato nella sua fase conclusiva uno studio sperimentale che permetterà a pazienti con esiti di ictus di effettuare la riabilitazione degli arti superiori direttamente al proprio domicilio, grazie a un dispositivo robotico di ultima generazione con sensori multi-parametrici per il monitoraggio in tempo reale da parte di operatori specialisti collegati da remoto.

Il progetto è stato avviato alcuni mesi fa da, società italiana che sviluppa dispositivi medici innovativi per la riabilitazione mediata da robot, in collaborazione con Fondazione Don Gnocchi, Università Campus Bio-Medico di Roma. È finalizzato alla messa a punto della prima piattaforma per la teleriabilitazione domiciliare attraverso il sistema robotico intelligente denominato “ICone”.

Lo studio sperimentale – inserito nell’ambito della Smart Specialisation Strategy Regionale per la Business & Lie continuity e co-finanziato dall’Unione Europea tramite Lazio Innova – permetterà a coloro che vivono una situazione di fragilità di ricevere terapia robotica riabilitativa senza recarsi in struttura, in modo sicuro ed efficace. Il tutto con una tecnologia facile da utilizzare, sotto la supervisione dei propri familiari o caregiver in presenza, con il supporto di specialisti della riabilitazione in grado di verificare da remoto la correttezza degli esercizi svolti, grazie a device mobili e all’ausilio dei dati raccolti in tempo reale da un set di sensori.

Lo studio ha previsto il coinvolgimento di una ventina di pazienti in un periodo complessivo di sei mesi. Il setting prevede la somministrazione della terapia tramite il robot “ICone” con l’integrazione di dispositivi mobili per consentire al terapista della Fondazione Don Gnocchi di visualizzare in tempo reale le prestazioni dei pazienti come fosse in presenza e correggerli se necessario.

Completano il quadro la sensoristica integrata di “ICone” e il kit di sensori indossabili predisposto dall’Università Campus Bio-Medico.

La pandemia ha impedito a molti pazienti cronici di svolgere fisioterapia in struttura per quasi un anno.” – ha dichiarato Irene Aprile, medico responsabile del Centro “S. Maria della Provvidenza” di Roma e direttore del Dipartimento di Riabilitazione Neuromotoria della Fondazione Don Gnocchi – “Se avessimo potuto disporre di una piattaforma come questa, cruciale per superare i limiti del distanziamento sociale, molti non avrebbero registrato una perdita sensibile dei risultati ottenuti. È fondamentale continuare la riabilitazione per mantenere la mobilità dell’arto, perché l’attività di mantenimento è importante tanto quanto quella del recupero”.

Tutti i dati delle sessioni di terapia vengono raccolti su cloud: in tempo reale quelli dei sensori integrati in ICone e a inizio e fine trattamento quelli acquisiti dai sensori indossabili.” – ha aggiunto Loredana Zollo del Campus Bio-Medico – “Questi, unitamente al feedback visivo del terapista, consentono di valutare in maniera oggettiva lo stato fisiologico e le prestazioni motorie del paziente, di modulare il trattamento riabilitativo e di adattare sempre più il robot al paziente che può, in ogni momento, comunicare eventuali difficoltà o affaticamento nello svolgimento della terapia”.

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