Palmira

Il monumento distrutto dall’Isis rinasce grazie alla stampa 3D con due realtà italiane

Ha suscitato grande ammirazione negli ambienti culturali di tutto il mondo, l’iniziativa lanciata dall’Institute of Digital Archaeology, in collaboriazione con UNESCO, mirata alla ricostruzione dell’Arco di trionfo di Palmira devastato dalla violenza dell’Isis lo scorso ottobre. La copia in marmo sarà alta 15 metri e peserà 11 tonnellate.

La tecnica per la ricostruzione è la stampa in 3D, e tra i protagonisti diretti spiccano due società italiane: la TorArt, impresa di Carrara specializzata in scultura con strutture robotiche, e la D-Shape, specializzata nella stampa in 3D, che trasforma materiale grezzo (come la sabbia) in roccia! Dunque, in grado di stampare forme di qualsiasi dimensione.

La replica dell’Arco sarà presentata il prossimo 19 aprile a Trafalgar Square, per poi essere esposta anche a New York.

Vediamo in questo video una sintesi del progetto e della lavorazione, oggi in dirittura d’arrivo

Per la ricostruzione si utilizzeranno le immagini scattate da professionisti, come gli archeologi, ma anche da gente comune. Foto nate da macchine già configurate con la tecnica tridimensionale. Questo materiale è stato depositato in una banca dati, da cui è nato un file finale inviato alle due società italiane. Sulla base del file, TorArt e D-Shape stanno ultimando in modo definitivo la ricostruzione utilizzando i blocchi di marmo grezzo, con il supporto robotico della società di Carrara, che la stampa 3D trasformerà nell’Arco.

D-Shape ha comunicato che il 70% del materiale utilizzato proviene dalle Alpi o da Carrara. Ma per quella che sarà la copia permanente, da installare a Palmira dopo le presentazioni a Londra e New York, verranno utilizzati materiali della Siria.

Un progetto ad ampio respiro, come orgogliosamente rivendicato dal leader del progetto di recupero Alexy Karenowska: “Si tratta di copia, e come tale non potrà mai rimpiazzare l’originale, ma il grande obiettivo è quello di attirare l’attenzione sulla ricostruzione. Un messaggio forte che vogliamo inviare ai distruttori di cultura. Se loro distruggono, noi ci saremo per ricostruire. Sempre“.

 

 

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