Qualche giorno prima delle festività pasquali un gruppo di giovani startupper italiani si è incontrato a L’Aquila, nella sede del Tecnopolo d’Abruzzo, in un meeting coordinato dall’imprenditore locale Alberto Leonardis in collaborazione con la società Digital Borgo. L’obiettivo era quello di presentare nuovi progetti all’insegna dell’innovazione a Tiffany Norwood, rappresentante del fondo americano Rothenberg Ventures. Vale a dire uno dei fondi più attivi nel finanziamento a imprese nel settore delle tecnologie avanzate e della realtà virtuale (con somme che possono arrivare anche a 200mila dollari).
L’incontro è stato giudicato molto positivamente dai responsabili del polo abruzzese, e sicuramente la Norwood nella sua relazione porrà l’accento su molti dei progetti illustrati. Tra questi anche uno dedicato alla robotica: St.Ar. (acronimo di Strong Arm) è un androide nato dalla sinergia tra la software house NRGSYS, HRS (specializzata in biosensori) e uno spin-off dell’università di Chieti (la Oncoxx).
Strong Arm perchè il progetto è incentrato su un potente arto robotico in grado di operare in situazioni di elevato rischio biochimico. St.Ar. è configurato per affrontare i rischi biochimici, con applicazioni sia in campo militare che in quello civile. Come in situazioni di emergenza in cui c’è bisogno di fare una prima diagnosi, ma il tempo di attesa per l’arrivo di un medico potrebbe non essere sufficiente; epidemie in seguito a catastrofi naturali, o anche domicili isolati a causa del maltempo dove è necessario effettuare visite preliminari ma fondamentali (l’elettrocardiogramma, la misurazione della temperatura, la respirazione e il battito cardiaco).
L’intervento da remoto e l’abbattimento dei costi
Il robot può essere, infatti, controllato da remoto da qualsiasi parte del mondo permettendo a uno stesso operatore di intervenire su diversi pazienti. Una volta sviluppato per la commercializzazione, St.ar potrà inoltre assistere persone anziane, o con patologie, abbattendo i costi che devono essere affrontati.