Una brutta ferita per Aquila di Facebook

Aquila, il drone di Facebook, è ferito. Il velivolo sviluppato dal Connectivity Lab dell’azienda di Menlo Park, in California, con l’obiettivo di portare la connessione internet alle persone che risiedono in zone disagiate e remote del pianeta, e che altrimenti non avranno mai la possibilità di accedere alla rete ha subito un cedimento strutturale durante il suo primo volo di prova.

Eppure, lo scorso luglio, proprio annunciando il grande evento (avvenuto il 28 giugno scorso), che aveva visto il drone librarsi in volo sui cieli di Yuma, nel deserto dell’Arizona, Facebook aveva parlato di una missione conclusasi con successo. Tant’è che Aquila era rimasto in volo per ben 96 minuti, molto di più dei 30 previsti inizialmente dal programma di test.

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Purtroppo, evidentemente, non tutto deve essere filato per il verso giusto. Ora infatti apprendiamo, che il drone aveva subito un cedimento strutturale, poco prima dell’atterraggio.

Aperta un’indagine dalla Ntsb 

Per fortuna il problema non ha provocato danni a persone e a cose, ma lo stesso non si può dire per il velivolo. L’entità del danno non è ancora nota, ma è stato reso noto invece, che sull’incidente è stata aperta un’indagine da parte della National transportation safety board (Ntsb), l’agenzia statunitense che vigila sulla sicurezza dei trasporti, che concluderà un rapporto dettagliato sull’accaduto entro un paio di mesi e intanto ha affermato che il drone al momento non è in condizioni di tornare a volare.

Rallenta il progetto?

Un bel guaio per Facebook perché l’accaduto potrebbe andare a rallentare il cammino dell’ambizioso progetto, il cui sviluppo comunque l’azienda è intenzionata a portare avanti. Un vero peccato, perché la sfida tecnologica di Aquila rappresenta una speranza per centinaia di milioni di persone.

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Questo drone, della grandezza di un areo di linea e dal peso di soli 450 kg, è stato progettato per restare in volo, senza atterrare, fino a 90 giorni, a una quota di 60.000 piedi, a sua velocità di crociera di circa 130 km/h, richiedendo per far ciò una potenza di 5.000 W, pari a quella di tre asciugacapelli, fornita da moduli fotovoltaici. Altrettanto innovativo è il concetto per portare la connessione internet, irraggiata attraverso un fascio laser e sistemi a onde millimetriche.

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