Si chiama RoboNova ed è un sistema-prototipo di ‘drone terrestre’ pronto a intervenire sui terreni dopo una devastante contaminazione o un forte degrado. Un sistema che può servire non solo a ricostituire un suolo danneggiato ma anche a rinforzare i terreni nella lotta contro il dissesto o a ridare vitalità fertile alle coltivazioni, in particolare ai vigneti.
RoboNova è la soluzione messa a punto da una start up innovativa toscana, DNDBiotech, che l’ha presentata nei giorni scorsi a Pisa nel corso di un evento dal titolo ‘Il mondo ha bisogno di terra sana’, nell’ambito dell’ottava edizione della European Biotech Week 2020. La nuova tecnologia rientra nel progetto BioResNova co-finanziato dalla Fondazione Pisa e che ha il supporto scientifico del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa.
Con RoboNova i ricercatori hanno messo a punto una sorta di ‘drone terrestre‘ che può operare in laboratorio o direttamente nei siti da trattare. Il sistema individua i microrganismi viventi ancora presenti nel sito contaminato e li isola. La resistenza e la vitalità di questi organismi nei confronti degli agenti inquinanti rappresentano la naturale capacità di sopravvivenza di quel suolo attraverso le sue stesse risorse.
“Il sistema è utilizzabile su siti industriali a terra ma anche a mare sui sedimenti, in aree commerciali, sulle discariche, in ambito agricolo per il ripristino soprattutto della sostanza organica” ha spiegato l’amministratore delegato di DNDBiotech, Cosimo Maria Masini.
Le biotecnologie lavorano in tal senso anche per il riutilizzo degli scarti dei vigneti o agricoli a livello di riciclo, considerando che, secondo dati Coldiretti, la perdita in Italia della terra coltivata è di oltre 1/4 (-28%).