Non si sa se la notizia farà felici gli amanti degli animali, anche se costoro ne potranno cogliere qualche tratto positivo: secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Veterinary Science (http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fvets.2015.00011/full) i cuccioli robot potrebbero ben presto sostituire quelli in carne e ossa. Per altro giova ricordare che oggi esistono già i cyber-pet: robot a forma di cagnolino che non hanno una morbida pelliccia, né sono piacevolmente caldi al tatto, ma sono già in grado di interagire con l’uomo quasi come un animale vero. Ma le teorie esposte dal ricercatore veterinario Jean-Loup Rault (Università di Melbourne), abbracciano anche il tema dell’abbandono e della non cura dei cuccioli, offrendo così un punto di vista ancora molto… umano!
Città sovrappopolate e poco tempo da dedicare agli animali
“Nelle nostre città sempre più popolose e nelle nostre vite sempre più convulse – afferma Rault – c’è sempre meno modo e tempo di occuparsi di un cucciolo: gli animali diventeranno ben presto un lusso per pochi. Ora può sembrare assurdo, materia da fantascienza; se però realmente sulla Terra nel 2050 ci saranno dieci miliardi di esseri umani, come prevedono i demografi, allora la “rivoluzione” degli animali domestici potrebbe essere più vicina di quanto crediamo. In fondo, vent’anni fa nessuno avrebbe dato credito a chi avesse ipotizzato Facebook”.
Già ora basta digitare su Google le parole “cani robot” per trovare miriadi di oggetti simil-canini fatti di plastica e circuiti, ma secondo le stime del ricercatore nel giro di 10 o 15 anni al massimo il mercato dei robo-pet sarà esploso. Ospiti pronti a interagire con l’uomo in modalità decisamente più indipendenti rispetto a oggi!
Rault, che si occupa di benessere animale, evidenzia anche una continuità con quanto sviluppatosi fino a oggi nel rapporto uomo-cane: “Questi animaletti robotici potrebbero essere utili per gli allergici o per chi teme gli animali, negli ospedali o per chi abita in case molto piccole. Esistono già animali robotici utilizzati per la pet-therapy; alcuni dati mostrano come la gente tenda a dare loro uno “status” speciale, a metà fra l’essere vivente e l’oggetto inanimato”.