Secondo una recente ricerca degli analisti della società Exane BNP Paribas, nei prossimi quattro anni verranno investiti circa 25 miliardi di dollari per la tecnologia della guida automatica.
In questo scenario che coinvolge grandi brand (a partire dall’apripista Google), le ultime indiscrezioni danno in entrata anche Uber,
la nota società di San Francisco che offre servizi di trasporto automobilistico privato mediante un’applicazione software. Consentendo ai passeggeri, come molti sapranno, di mettersi in contatto diretto con guidatori non professionisti.
Certo, sorgerebbe spontanea una domanda: chi saranno i… guidatori della possibile auto senza guida di Uber?! Semplice: il complesso sistema di sensori, software e telecamere in fase di sperimentazione.
La vera riflessione di Uber è dunque su quale sistema tra quelli oggi in fase di test poter puntare nel 2020 quando il fenomeno dovrebbe, salvo contrattempi, vivere la sua fase di commercializzazione.
Se la fonte anonima del settore automobilistico ha fatto trapelare che Uber avrebbe deciso di investire il proprio capitale nell’acquisto di un congruo numero di self-driving car, non è dato sapere, anche a fronte di mancanza di notizie ufficiali, a quale casa di produzione Uber si sarebbe rivolta. Del resto, se le indiscrezioni, troveranno conferma, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta: Volkswagen, Tesla, Mercedes, BMW, Toyota, solo per citare alcuni brand.
Prendersi il rischio di alterare l’equilibrio raggiunto
Ma per molti esperti la società di San Francisco rischierebbe di creare una profonda alterazione del core business che oggi le ha fruttato un egregio stato di salute, a dispetto delle polemiche nate in seguito alla sua discesa sul mercato (con i taxi prima di tutto).
Con la self driving car, infatti, il business comincerebbe ad essere proiettato nell’ottica del “risparmio delle uscite“, a svantaggio dei dipendenti. Con l’eventuale “arruolamento” delle smart car verrebbe infatti meno il lavoro degli autisti, con conseguente diminuzione delle retribuzioni.
Ma a quel punto la scommessa della self driving car per Uber sarebbe da vincere senza se e senza ma; cosa difficile da prevedere. In caso contrario tornare al format originale sarebbe infatti molto problematico.