Fino a oggi lo abbiamo visto impiegato, grazie alle sue caratteristiche di androide “social” e specializzato nel tenere compagnia, come addetto all’accoglienza di negozi, hotel e perfino a bordo di navi (come vi abbiamo raccontato su Robotica.news).
Oggi Pepper, il robot creato dalla francese Aldebaran e sviluppato dalla giapponese SoftBank Robotics, lo ritroviamo in Italia, più precisamente nel reparto di pediatria dell‘Ospedale di Padova. Dove grazie all’interessamento della Fondazione privata Salus Pueri interagisce con i piccoli pazienti per supportarli psicologicamente, intervenendo soprattutto sulle loro paure.
Si tratta di una sperimentazione unica al momento in Italia, e se il test funzionerà Pepper potrebbe essere assunto nella struttura, aprendo la strada a chiamate dei suoi modelli gemelli in altri centri di cura per bambini.
Alto 120 centimetri, pesante 30 kg, con un’autonomia di 12 ore, l’umanoide è in grado di capire la provenienza dei suoni e identificare le emozioni trasmesse dalla voce, decifrando poi dal volto del paziente il suo stato d’animo. E comportarsi di conseguenza: se un bambino ride, lui farà altrettanto, se piange cercherà di consolarlo, giocando e ballando.
Tutto questo tramite un sistema di 4 microfoni direzionali posizionati sulla testa del robot e di videocamere tridimensionali. Sul petto di Pepper spicca lo schermo del tablet tramite il quale si può scegliere tra le diverse modalità di interazione e impostare la connessione wi fi per controllarlo a distanza. Una rete di sensori permette infine al robot di muoversi senza sbandamenti o pericolo tra le corsie ospedaliere.
La ‘robot therapy’ sta affermandosi in molti paese come una efficace sostituta della pet therapy negli ospedali, specie per i più piccoli. Le ragioni sono soprattutto di natura igienica: è impossibile infatti utilizzare le bolle di sapone o un cucciolo d’animale per tranquillizzare una bambino che stia entrando in un ambiente sterile come una sala operatoria.