Se l’umanoide Bepper ha fatto il suo esordio nel corpo docente della Bologna Business School, dall’altro capo del mondo un altro robot ha di recente varcato la soglia di un prestigioso ateneo. Questa volta però non nel ruolo di docente, ma di studente. A stabilire il primato è il robot Todai, che si è conquistato il suo posto tra i banchi superando i difficili test di ammissione di uno degli atenei più prestigiosi del Giappone: l’Università di Tokio. Tra l’altro, facendo meglio, molto meglio, dei quattro quinti degli studenti che ambivano allo stesso obiettivo. A dimostrazione di quanto le macchine di nuova generazione possano affrontare e superare sfide che solo pochi anni fa sembravano al di fuori della loro portata.
Sei anni di studio
Certo, anche questo risultato è frutto di anni di lavoro, anzi di studio. Todai è infatti un sistema di intelligenza artificiale (IA) messo a punto dalla ricercatrice Noriko Arai dell’Istituto nazionale di informatica del Giappone, una delle maggiori esperte del campo. Un progetto che ha preso il via ben sei anni fa e che si era posto come obiettivi di riferimento per il sistema di IA il conseguimento di un elevato punteggio nel National center test for university admissions, il test di ammissione previsto da molte università giapponesi, entro il 2016 per poi arrivare a superare quello previsto dall’Università di Tokio entro il 2021. Traguardi che Todai ha conseguito bruciando le tappe. L’ultimo in particolare è molto significativo per le difficoltà che comportava. Eccolo nel video
Le tre prove
Nello specifico l’esame ha previsto tre prove: un tema, un test di matematica e una prova di inglese. Per quanto riguarda la prima, Todai, sfruttando le conoscenze messe a punto su Wikipedia e vari manuali scolastici, è stato in grado di scrivere il suo testo di 600 parole, corretto e coerente, sull’argomento richiesto dalla prova: lo sviluppo e la crisi del commercio marittimo nel Sud est asiatico nel XVII secolo. Un testo che però il robot non è in grado di leggere e comprendere.
Stesso discorso per la prova d’inglese, dove il robot, che nel suo lungo periodo di allenamento ha immagazzinato oltre 15 miliardi di frasi, ha brillantemente superato il test a risposta multipla. Todai poi si è rivelato un vero asso della matematica, piazzandosi tra quell’1% degli studenti che non ha commesso alcun errore, anche se non saprebbe spiegare perché è arrivato ai risultati corretti.