Che cosa accade quando un drone smette di funzionare in volo a causa di un’avaria, di un problema di alimentazione o, più semplicemente, perché il pilota a terra non si è accorto che l’autonomia della batteria è finita o ne ha perso il controllo? Be’, lo possiamo facilmente immaginare: il velivolo si schianta al suolo, con conseguenze più o meno gravi a seconda di cosa vada a impattare. Conseguenze che possono essere molto costose nel caso si tratti di droni professionali e quindi dotati di apparecchiature sofisticate, o molto gravi, nel caso vada a colpire una persona. È partendo da queste considerazioni che la casa israeliana ParaZero ha sviluppato una soluzione tanto semplice quanto geniale per limitare i possibili danni da caduta: SafeAir Pyrotechnic Parachute Recovery Solutionun, un paracadute per droni, come si vede in questo video.
La soluzione per droni di ogni taglia
Fondata nel 2012 da un team di esperti del campo dell’aviazione e di velivoli senza pilota e specializzata nello sviluppo di sistemi di sicurezza per il volo, l’azienda ha messo a punto una gamma di paracadute che coprono ogni tipologia di drone, da quelli professionali a quelli da hobby, e di fascia di taglia, da 2-3 kg di peso fino a qualche centinaia di chili.
Un progetto nato per prevenire danni ai velivoli, ma anche alle persone e alle proprietà, considerando che i droni vengono utilizzati in un numero crescente di applicazioni che comportano voli a quote più basse e in zone anche popolate.
Leggero, ha in media un peso inferiore di circa il 5% rispetto al velivolo, il paracadute si monta sulla parte superiore del drone e, grazie a un dispositivo intelligente di cui è dotato, si apre non appena rileva una perdita di quota, con un tempo di reazione inferiore al secondo, o una violazione dei parametri di volo, in modo da controllarne la discesa a terra. Il pilota può disattivare il sistema di sicurezza, nel caso ad esempio voglia compiere acrobazie, o attivarlo da terra tramite telecomando.
Il SafeAir dispone, inoltre, di segnalatori luminosi e sonori, in modo da avvertire dell’arrivo chiunque si trovi nella zona “dell’atterraggio di emergenza”.