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Soft robotics: avremo il robot polpo?

Gli studiosi di robotica sono sempre più impegnati nella scoperta di possibili applicazioni nei vari settori già esplorati (chirurgia, automazione, assistenza, ecc.) o altri da scoprire. Come da scoprire sono anche nuovi “mondi” di partenza della ricerca.

Questa semplice verità può riassumere la missione – e l’approccio alla ricerca – sia della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, sia dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova. Realtà che i lettori di Robotica.news conoscono bene.

E’ di queste ore, infatti, la notizia di un nuovo ritrovato per una robotica “leggera”, che guarda alle forme in natura per ispirazione. In tandem i due istituti, utilizzando microscopi elettronici, hanno individuato le caratteristiche dei tentacoli e delle ventose dei polpi, da trasferire con scopi concreti nelle realizzazioni di androidi “morbidi”. I risultati dello studio sono stati pubblicati sula prestigiosa pubblicazione scientifica “Microscopy Research and Technique”.

polipogenio

Per la prima volta – ha commentato Antonio Minnocci, ricercatore dell’istituto di biorobotica  del Sant’Anna – abbiamo concepito l’utilizzo di materiali morbidi per la configurazione di soluzione robotiche; il concetto di soft robotics, sviluppato in questo caso attraverso la struttura anatomica del polpo, analizzata nel dettaglio da un team interdisciplinare visto le diverse sfaccettature della ricerca biologica“.

Osservazione al microscopio con strumenti… raggelati

Il percorso per riprodurre i dispositivi robotici a imitazione dei tentacoli e delle ventose del cefalopede denominato anche Octopus vulgaris, è partito con l’osservazione al microscopio, portando alla temperatura “polare” di -180°C gli strumenti da utilizzare.

L’analisi ha consentito di individuare in modo preciso i movimenti del polpo nella fase di esplorazione dell’ambiente, e della manipolazione della fauna marina. E di studiare a fondo la struttura tridimensionale dei fasci muscolari che interessano il cordone nervoso centrale.

Tutte conclusioni che i due istituti intendono trasferire nelle loro ricerche orientate alla soft robotics. 

 

 

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