stampa_3d8

8 miliardi in più di fatturato: il potenziale della stampa 3D per le PMI

Le stampanti 3D potrebbero portare più di 8 miliardi di euro in più di fatturato ogni anno e circa 40mila posti di lavoro nelle aziende. L’ottimistica previsione è contenuta in uno specifico rapporto commissionato da Fondazione Make in Italy (realizzato da Fondazione Nord Est e dalla società di consulenza Prometeia). Analisi incentrata su come in Italia le tecnologie digitali stanno avendo un impatto nel sistema delle piccole e medie imprese. Un futuro che però, come spiegato dai responsabili del rapporto, deve passare dalla teoria alla creazione di un vero e proprio sistema.

Il campione preso in considerazione include mille realtà aziendali con ricavi superiori a un milione di euro come fatturato annuale medio. In prima battuta dal rapporto si evince che le aziende che dal 2012 al 2014 hanno avuto un andamento positivo sono quelle che hanno già adottato le tecnologie digitali. Il 30,5% delle aziende dichiara di affidarsi alla stampa 3D e soluzioni robotiche. Il 34,9 % per cento usa il laser o macchine che operano su input di un programma. La rimanente percentuale non utilizza nessuna di queste soluzioni.

dentiPer quanto concerne la stampa 3D, emerge che il 25% delle realtà intervistate ne sfrutta il potenziale: nei settori dei gioielli, metalli preziosi e nell’odontoiatria, in particolare. Nel lotto, in percentuale minore, macchinari di trasporto, legno, metallurgia e perfino il settore della moda. Come è intuibile, ambiti dove è importante la prototipizzazione del prodotti.

Stampa 3D: chiedi cosa sono i Fab Lab!

Per le PMI i vantaggi sono evidenti se si pensa alla riduzione delle tempistiche di progettazione e la possibilità di offrire ai propri interlocutori anche proposte personalizzate. E ancora: poter sfruttare la chance di realizzare oggetti con forme e geometrie fino a oggi inedite e inesplorate.

Dal rapporto emerge però anche la sensazione di “territori” ancora inesplorati nel potenziale: giusto il 30% delle realtà che utilizzano la stampa 3D ne ammette l’impatto rivoluzionario. Lo stesso dicasi, ma come sotto-ambito da approfondire, per i cosiddetti Fab Lab (Fabrication Laboratory): centri d’innovazione e laboratori artigiani, ancora sconosciuti alla maggior parte delle aziende italiane, dove si producono oggetti utilizzando stampanti 3D, fresatrici a controllo numerico e macchine a taglio laser.

La sperimentazione nasce dal Media Lab del Massachussets Institute of Technology, dove nel 2003 venne fondato il primo FabLab della storia. Nel rapporto della Fondazione Make in Italy si legge che la loro diffusione in Italia è legata, per ora, alle “politiche pubbliche di sostegno” (come avviene in poche regioni italiane).

Prev Post

StarlETH, il quadrupede robotico che corre e salta

Next Post

Google rilancia per i droni nel “delivering”

Read next