Bina-Rothblatt

Un clone robotico per vivere dopo la morte. Google (forse) ci pensa

Ma come? Nel momento in cui Google ipotizza seriamente di ridimensionare il suo impegno nella robotica (qui su Robotica.news), arriva la notizia di un clamoroso progetto cui la società di Mountain View vorrebbe dare vita… Termine che si addice particolarmente perché parliamo di “dare vita oltre la morte”!

Una a sorta di “patto con il diavolo 2.o” da costruire sulla base di ricerche già in fase avanzata. Si, perché non vi è contraddizione tra le due decisioni di Big G: da un lato viene ridimensionata una ricerca troppo costosa con poche certezze di nascita di brevetti utilizzabili, dall’altrouna partnership andrebbe a innestarsi su un progetto in fase molto avanzata. Sia pure “chiacchierato” (da qui la sorpresa degli addetti ai lavori, che attendono con cautela conferme o smentite). Per la cronaca l’indiscrezione è stata fornita da due agenzie stampa internazionali (Sputnik e Cihan).

Il partner in questione sarebbe infatti la controversa società Terasem Movement Foundation, fondata nel 2004 dal miliardario transgender Martine Rothblatt con l’obiettivo di promuovere la ricerca nel campo delle nanotecnologie per prolungare la vita oltre al “terreno”! “Human life extension“, recita il claim della società.

Google aveva già messo in campo un progetto per effettuare il download della personalità di una celebrità o il back up del cervello di un “semplice” umano estinto per immetterlo dentro a un robot. La cosa si era arenata, ma oggi l’abbraccio con Rothblat potrebbe segnare una svolta.

La società con sede nel Vermont ha infatti apportato le ultime modifiche al suo social android Bina48, a conclusione di un progetto anche abbastanza inquietante, che in fondo sembra lo sviluppo tramite nanotecnologie della clonazione della pecora Dolly! Anno di grazia 1996… Con Google alle spalle, Rothblatt conoscerebbe quel successo che altrimenti rimarrebbe un sogno visto anche le polemiche che hanno accompagnato la sua avventura (per i detrattori siamo nel campo della manipolazione genetica).

Per intenderci: Bina48 è un robot umanoide creato ad immagine e somiglianza della moglie di Martine Rothblatt! Il robot per ora è dotato solamente una testa ed un busto ma può contare su una straodinaria velocità di calcolo con 48 exabyte di memoria (Bina48 è l’acronimo di “Breakthrough Intelligence via Neural Architecture 48“).

Vediamo in questo video l’incontro tra la moglie di Rothblatt e il suo clone. Un filino inquietante…

In sintesi: la vita come noi la conosciamo vedrebbe la sua “resurrezione” in una macchina robotica, collegata al  “cloud” di Google. Se tutto verrò confermato, ci  ritroveremo a passare direttamente da un sepolcro a una nuova vita digitale. Come visto nel video, il prototipo robotico basa il suo comportamento sulla memoria e sulle attitudini comportamentali dell’essere umano clonato.

Se le indiscrezioni trovassero conferma, vorrebbe dire che Google si impegna a concretizzare l’idea lanciata dal suo più importante ingegnere: solo pochi anni fa, Ray Kurzweil aveva predetto che entro il 2040 si sarebbe effettuato il primo “back up” del cervello umano, in nome del cosiddetto “transferred consciousness” (il trasferimento di coscienza tra un uomo e una macchina), che è il concetto propugnato dallo stesso Rothblatt.

Google, salvo smentite, è una società seria, e dunque deciderà di accostare il suo nome a quello della Terasem Movement Foundation solo a fronte di innovazioni percorribili e a prova di giudizio etico. Che, come sappiamo, negli Stati Uniti ha un peso enorme nel dibattito collettivo. Specie se si parla di vita o di morte.

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