Disney Research

La ricerca e sviluppo di Disney rinnova la stampa in 3D

Non solo fumetti, t-shirt e gadget: esiste, ed è molto creativa, anche la divisione Disney Research della storica società. Ha sedi in diverse città americane (a Los Angeles la principale) e a Zurigo per l’Europa. I suoi esperti lavorano su “realtà aumentata”, IA, automazione, robotica, e altre soluzioni che ormai vanno oltre il 2.0.

Tra i progetti recentemente presentati spicca EM-Sense, uno smartwatch la cui confidurazione è portata avanti dalla Disney in tandem con l’innovativa Carnegie Mellon University. Un orologio da polso “intelligente” in grado di interagire vocalmente e dare dei consigli riguardo a cose molto basiche (lavarsi i denti, ripararsi dal freddo con pigiami e coperte più pesanti, e così via).

Dunque interventi di natura “ludica”, in linea con la centenaria e vincente mission della “casa” di Mickey Mouse.

Ma la divisione punta molto anche sulla stampa in 3D, come si può evincere da questo fantasioso video dedicato alla soluzione Interactive Design of 3D Printable Robotic Creatures

Come stampare in 3D i robot ma anche oggetti flessibili

La stampa 3D è uno degli ambiti innovativi che stimola l’interessamento della Disney. Nel  video si evince l’obiettivo di consentire a tutti, anche a coloro che non hanno nozioni di ingegneria, di ideare e stampare un androide in 3D. Con la soluzione della Disney Research vengono automatizzati i passaggi standard meno creativi del processo di design, lasciando al singolo il piacere di mutare in libertà la struttura e i movimenti del robot.

Come i più esperti sapranno, è decisamente complesso creare con una stampante in 3D un oggetto “misto”, vale a dire con entrambe componenti dure e flessibili. La printer machine deve essere in grado di stampare utilizzando molteplici materiali allo stesso tempo, con inevitabile incremento dei costi. A tale riguardo, la Disney Research sta lavorando per sviluppare una soluzione che possa modulare la quantità e la natura del materiale di stampa: per le porzioni più solide dell’oggetto se ne userà di più, per quelle morbide di meno per evitare che le medesime si induriscano.

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